“In questi giorni ricorre il 40mo anniversario della scomparsa di Emanuela Orlandi. Desidero approfittare di questa circostanza per esprimere, ancora una volta, la mia vicinanza ai familiari, soprattutto alla mamma, e assicurare la mia preghiera”. Lo ha detto Papa Francesco al termine della preghiera dell’Angelus. Assicurando poi il proprio supporto spirituale anche “a tutte le famiglie che portano il dolore di una persona cara scomparsa”. A pochi giorni dalla quarantesima ricorrenza della scomparsa della ragazza, svanita nel nulla il 22 giugno 1983, all’età di quindici anni, in Piazza San Pietro sono apparsi alcuni striscioni, esposti da un gruppo di manifestanti giunti in Vaticano assieme al fratello di Emanuela, Pietro, da quattro decenni in prima linea nella ricerca della verità. Accanto agli slogan, sono state esposte anche alcune foto della giovane.
La riflessione di Francesco ha poggiato sull’incoraggiamento che Gesù ripete, per ben tre volte, ai propri discepoli: “Non abbiate paura”. Cristo stesso, poco prima, aveva parlato con loro delle persecuzioni alle quali sarebbero andati incontro nell’annuncio del Vangelo. Una realtà che, ha spiegato il Santo Padre, è “ancora attuale… Sembra paradossale: l’annuncio del Regno di Dio è un messaggio di pace e di giustizia, fondato sulla carità fraterna e sul perdono, eppure riscontra opposizioni, violenze, persecuzioni. Gesù però dice di non temere: non perché nel mondo andrà tutto bene, no, ma perché per il Padre siamo preziosi e nulla di ciò che è buono andrà perduto”.
L’invito di Gesù è a non lasciarsi bloccare dalla paura ma di temere piuttosto di gettare via la propria vita: “Non bisogna tanto temere di subire incomprensioni e critiche, di perdere prestigio e vantaggi economici per restare fedeli al Vangelo, ma di sprecare l’esistenza a inseguire cose di poco conto, che non riempiono di senso la vita”. Un messaggio fondamentale anche per la nostra vita e per i momenti di timore che possono influenzarla. “Anche oggi, infatti, si può essere derisi o discriminati se non si seguono certi modelli alla moda, che però mettono spesso al centro realtà di secondo piano: per esempio, seguire le cose anziché le persone, le prestazioni anziché le relazioni”. I più giovani, ad esempio, “hanno bisogno di incontrare le persone e realizzare dei sogni grandi, senza perdere tempo in cose che passano e non lasciano il segno”.
Tutto questo, ha concluso Papa Francesco, “comporta qualche rinuncia di fronte agli idoli dell’efficienza e del consumismo. Ma è necessario per non andare a perdersi nelle cose, che poi vengono buttate via”. Perché “nelle Geenne di oggi, invece, spesso finiscono le persone: pensiamo agli ultimi, spesso trattati come materiale di scarto e oggetti indesiderati. Rimanere fedeli a ciò che conta costa. Costa andare controcorrente, costa liberarsi dai condizionamenti del pensare comune, costa essere messi da parte da chi ‘segue l’onda’”.
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