Chiesa Cattolica

Ghana, in missione per l’infanzia. Progetto “Tu sei pane quotidiano”

Missione in Ghana per l’infanzia. La casa salesiana, riferisce l’agenzia missionaria vaticana Fides, si prende cura di bambini. Giovani costretti, sin dalla più tenera età, a vivere e a crescere per strada. Vittime di ogni forma di violenza e di abuso. Sfruttati nel piccolo commercio. Nella vendita ambulante. Nella prostituzione. Nel traffico di droga. E nel furto di armi. Obiettivo dei Missionari è riscattarli. Farli sentire accolti e amati. Dare loro opportunità di accedere all’istruzione che la povertà nega loro. Il programma è attivo anche nelle case dei missionari salesiani di Mekanissa, in Etiopia, di Namugongo, in Uganda. Il fenomeno dei minori di strada nel contesto poverissimo di Sunyani costituisce una grande emergenza. Una piaga che minaccia la sopravvivenza e il futuro di migliaia di minori. Bambini provenienti da contesti di degrado, da famiglie disperate, da genitori senza casa, svantaggiati, disoccupati o malati.

©UNICEF/UN0594299/Naftalin

Per l’infanzia

In aiuto a questa fascia vulnerabile i missionari salesiani lanciano “Tu sei pane quotidiano“. Il programma rivolto a tanti piccoli estremamente poveri, soli o abbandonati. “Si tratta di una iniziativa fondamentale per proteggere l’infanzia dei bambini più fragili accolti dai Figli di Don Bosco nelle missioni. Per accompagnarli negli anni più importanti della loro vita. Facendoli sentire ogni giorno al sicuro. Attualmente sono 75 bambini e ragazzi di età compresa tra i 5 e 24 anni, tutti provenienti delle città e dei grandi centri nei pressi di Sunyani. “Akwaaba” in lingua locale significa “benvenuti”. E’ la parola che “ha accompagnato la mia visita alla Bosco Boys Home di Sunyani”, racconta la responsabile dell’Ufficio Progetti. Marcella Mantovani ha recentemente visitato il centro salesiano. “In un attimo mi sono ritrovata circondata dall’allegria e dall’affetto di tutti questi bambini e ragazzi di ogni età – spiega-. Ognuno di loro è pronto a fare a gara per dimostrare ospitalità. Ognuno è pronto a offrire un sorriso, una stretta di mano, un abbraccio. Tutto sotto gli occhi amorevoli di padre Charles, il direttore del centro”.

Giacomo Galeazzi

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