“Fermate subito questa guerra insensata e soccorrete le popolazioni colpite, prima di pensare alla spartizione di posti di potere”. E’ questo il grido del South Sudan Council of Churches (Sscc), l’organizzazione del quale fanno parte le Chiese cristiane del Sud Sudan che dal dicembre 2013 vede il Paese coinvolto in una spietata guerra civile tra due fazioni, i fedeli rispettivamente al Presidente Salva Kiir e all’ex vice-Presidente Riek Machar. Un conflitto la cui ferocia ha già ucciso decine di migliaia di persone e costretto milioni di famiglie ad abbandonare la propria terra.
Molte donne sono violentate e torturate. I bambini sono reclutati in gruppi armati e i saccheggi sono endemici. Una situazione che diventa sempre più allarmante e insostenibile e che ha spinto ancora una volta i leader e rappresentanti dell’Sscc a riunirsi per confrontarsi su quanto sta accadendo nel Paese. Al termine dell’incontro avvenuto a Kigali, capitale del Rwanda, i partecipanti hanno rinnovato il loro impegno affinché nel Paese torni la pace. I leader inoltre hanno inoltre organizzato due giornate di preghiera e digiuno, una tenuta il 9 giugno e la seconda in programma per il 9 luglio.
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