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Bergoglio: “Il cattivo spirito preferisce una Chiesa tranquilla, senza rischi”

Papa Francesco, nell’odierna omelia della Messa mattutina a Casa Santa Marta, ricorda mons. Oscar Romero, arcivescovo di San Salvador, ucciso dagli squadroni della morte legati al regime militare per aver denunciato le violenze contro i poveri e beatificato due anni fa.

Nell’omelia il Papa esordisce ripercorrendo gli Atti degli Apostoli dove si narra di Paolo e Sila a Filippi. Qui, una schiava che praticava la divinazione comincia a gridare che essi sono “servi di Dio”. Paolo però, sapendo che questa donna era posseduta da uno spirito cattivo nonostante le lodi, scacciò lo spirito. Paolo – nota Bergoglio – capì che “quella non era la strada della conversione di quella città, perché tutto rimaneva tranquillo”.

Perseguitati per aver detto la verità

Questo si ripete nella storia della salvezza: quando il popolo di Dio era tranquillo, non rischiava o serviva  – non “dico gli idoli” – ma “la mondanità”, spiega Francesco, il Signore mandava i profeti che venivano perseguitati “perché scomodavano”.

Così fu per Paolo: capì l’inganno e cacciò via questo spirito che, pur dicendo la verità, era “uno spirito di tepore, che faceva la Chiesa tiepida”. “Nella Chiesa – afferma – quando qualcuno denuncia tanti modi di mondanità è guardato con occhi storti, questo non va, meglio che si allontani”.

“Io ricordo nella mia terra, tanti, tanti uomini e donne, consacrati buoni, non ideologi, ma che dicevano: ‘No, la Chiesa di Gesù è così…’ – ‘Questo è comunista, fuori!’, e li cacciavano via, li perseguitavano. Pensiamo al beato Romero, no?, cosa è successo per dire la verità. E tanti, tanti nella storia della Chiesa, anche qui in Europa. Perché? Perché il cattivo spirito preferisce una Chiesa tranquilla senza rischi, una Chiesa degli affari, una Chiesa comoda, nella comodità del tepore, tiepida”.

Il cattivo spirito entra sempre dalle tasche

“Il cattivo spirito entra sempre dalle tasche“, aggiunge il Papa evidenziando come, negli Atti, si narra che i padroni della schiava si erano arrabbiati perché avevano perso la possibilità di guadagnare soldi in quanto la donna – liberata – non riusciva più a divinare. “Quando la Chiesa è tiepida, tranquilla, tutta organizzata, non ci sono problemi, guardate dove ci sono gli affari”, avverte Francesco.

L’annuncio gioioso di Gesù

Paolo e Sila, gettati nella parte più interna del carcere dai padroni della schiava, cantavano. Verso mezzanotte viene una forte scossa di terremoto e si aprirono tutte le porte del carcere. Il carceriere stava per togliersi la vita perché sarebbe stato ucciso se i prigionieri fossero scappati ma Paolo lo esorta a non farsi del male perché – disse – “siamo tutti qui”. Allora il carceriere chiede spiegazioni e si converte. Lava le loro piaghe, si fa battezzare e – racconta la Prima Lettura – “fu pieno di gioia”.

“E questo è il cammino della nostra conversione quotidiana: passare da uno stato di vita mondano, tranquillo senza rischi, cattolico, sì, sì, ma così, tiepido, a uno stato di vita del vero annuncio di Gesù Cristo, alla gioia dell’annuncio di Cristo. Passare da  una religiosità che guarda troppo ai guadagni, alla fede e alla proclamazione: ‘Gesù è il Signore’”, spiega il Pontefice.

Cacciare via gli idoli

“Una Chiesa senza martiri dà sfiducia; una Chiesa che non rischia dà sfiducia; una Chiesa che ha paura di annunciare Gesù Cristo e cacciare via i demoni, gli idoli, l’altro signore, che è il denaro, non è la Chiesa di Gesù. Nella preghiera abbiamo chiesto la grazia e anche ringraziato il Signore per la rinnovata giovinezza che ci dà con Gesù e abbiamo chiesto la grazia che lui conservi questa rinnovata giovinezza. Questa Chiesa di Filippi è stata rinnovata e divenne una Chiesa giovane”.

“Che tutti noi abbiamo questo: una rinnovata giovinezza, una conversione del modo di vivere tiepido all’annuncio gioioso che Gesù è il Signore”, conclude il Papa.

Milena Castigli

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