Il patriarca caldeo si è detto pronto ad annunciare le sue dimissioni se questo gesto può favorire l’unità dei cristiani sotto l’unica denominazione di “chiesa di Oriente”. Questa la proposta di Mar Louis Raphael I Sako: “In Iraq la nostra presenza è minacciata e nessuno sa quando e se l’Isis scomparirà dal nostro territorio e come la situazione evolverà. Negli anni molti nostri fedeli, e non parlo solo dei caldei, hanno lasciato la madrepatria e con il passare delle generazioni saranno sempre più integrati nelle società dei paesi dove ora vivono”.
Le chiese dell’Iraq “appartengono a una lunga tradizione apostolica ma sono piccole e schiacciate dagli eventi”, per questo secondo Sako l’unità è l’unica salvezza e la via per intraprendere questo cammino è quella di un sinodo congiunto. Sinodo che dovrebbe portare alla nomina di un nuovo Patriarca.
“Negli anni passati troppe spinte nazionalistiche ci hanno divisi – ha spiegato Louis Rapahel I Sako – Io penso sia arrivato il momento in cui le due chiese, quella Assira e quella Antica dell’Est, siano pronte e desiderino abbandonare le proprie posizioni nazionalistiche e ritornare alla chiesa originaria”. Pur sapendo che il cammino da intraprendere sarà lungo e doloroso, il patriarca caldeo riconosce la necessità di questo passo e vede in settembre il tempo opportuno per discutere e valutare la proposta. In occasione del Sinodo della Chiesa Caldea a Baghdad dove risiede anche Mar Addai II, e nello stesso mese quello della Chiesa Assira dell’Est ad Erbil, sarà possibile parlare “a cuore aperto tra noi e cercare una soluzione che ci aiuti a non scomparire dall’Iraq e poter testimoniare la gioia del Vangelo del Signore ai nostri fratelli musulmani”.
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