Il 24 febbraio 2022 lo scoppio della guerra in Ucraina in seguito all’invasione russa ha fatto capire a tutta l’Europa l’importanza della pace. Il conflitto che infiamma il cuore del Vecchio Continente ha alimentato un clima di insicurezza, preoccupazione e incertezza per il futuro. Ma non ha generato solo elementi negativi: ha ispirato artisti, scrittori, poeti, che grazie alle loro opere sono riusciti a evidenziare in maniera netta l’importanza di ricercare, mantenere e valorizzare la pace. E’ in questo spirito che è nato “Versi di Pace”, ecco di cosa si tratta.
“Versi di Pace”, (ed. La Voce dell’Jonio) è il libro che sarà presentato il 10 novembre, alle ore 17.30, nei locali dell’istituto San Luigi di Acireale. Il testo raccoglie versi poetici di vari autori con a tema la pace, da qui il titolo dell’iniziativa, “Versi di pace”, lanciata “per contribuire a formare coscienze che aborriscono la guerra e cercano e vivono, ad ogni livello, appunto, la pace. In particolare si sono raccolti versi ispirati “ai tragici momenti che vive il mondo, e soprattutto l’Europa e l’Ucraina in particolare” spiega il direttore de “La Voce dell’Jonio”, Giuseppe Vecchio. “Dinanzi alla guerra si resta sgomenti, inebetiti, sconcertati, senza parole, combattuti tra la voglia di contrapporsi in qualche modo, rischiando magari di appoggiare reazioni belliche e il desiderio profondo di pace che porta a scatenare la solidarietà e tutte le sue manifestazioni mentre i credenti elevano le loro preghiere. Sempre distinguendo chiaramente i ruoli di attaccante (la Russia) e attaccato (l’Ucraina), carnefice e vittima, distinguendo anche la responsabilità di chi decide e di chi subisce l’ordine bellico perché spesso non ne può fare a meno”. “Quanti ci occupiamo di cultura e operiamo per il Bene comune – osserva il giornalista – qualcosa di particolare possiamo e dobbiamo farla, anzi di più: costruire le premesse per relazioni umane sane, che formano coscienze capaci di tenere lontani sentimenti di odio, razzismo, sopraffazione e costruire un mondo migliore, nel quale la guerra venga bandita e ogni persona si riconosca e rispetti l’altra senza alcuna preclusione”. “Anche questa volta – conclude Vecchio – vorremmo rivolgerci direttamente a quanti sanno interpretare la realtà con la sensibilità del poeta e ci affidano i frutti delle loro riflessioni per rilanciarli e sottoporli alla comunità tutta”.
Fonte Agensir
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