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Napoli-Roma, oltre la rivalità: Bruno Conti omaggerà Maradona ai Quartieri spagnoli

Sarà il big match del prossimo turno di campionato quello fra Napoli e Roma. In uno stadio San Paolo ormai già idealmente (anzi, più che idealmente) intitolato a Diego armando Maradona. Ma il Derby del Sole stavolta sarà forse un po’ meno derby e più partita, nel ricordo di un campione che sta riuscendo nell’impresa di far riavvicinare due tifoserie ormai da decenni separata dalle macerie di un gemellaggio finito male. Il passo lo compie Trigoria, da dove partirà una delegazione guidata da Bruno Conti, uno che c’era nel 1987, quando tutto finì allo Stadio Olimpico. L’ex numero 7 andrà ai Quartieri spagnoli, dove deporrà una corona di fiori a nome dell’As Roma ai piedi del murales che raffigura El Diez. Un gesto di rispetto e omaggio, ma anche un passo importantissimo che potrebbe significare un riavvicinamento fra le due tifoserie.

Conti e Maradona

Ancora non è stato annunciato chi altro comporrà la delegazione di Trigoria. Ma quel che è certo è che Bruno Conti sia la guida più indicata. Rivali sul campo ma animati da un grande sentimento di rispetto reciproco, Maradona e “Marazico” (nomignolo affibbiato non a caso all’ex ala di Nettuno) sono stati protagonisti di sfide storiche negli anni 80. E non solo in Serie A: in campo c’erano entrambi il 29 giugno 1982, a Barcellona, quando la nazionale italiana di Bearzot regolò 2-1 l’Argentina campione del mondo in carica, compiendo un ulteriore, fondamentale passo verso la finalissima del Bernabeu.

Il ricordo

Proprio Bruno Conti, nel ricordare Maradona dopo aver ricevuto la notizia della sua scomparsa, ha raccontato un aneddoto. “Un giorno, alla fine di una partita della Roma contro il Napoli, mi chiese di andare a giocare con lui. E’ stato emozionante: Diego voleva al fianco me, proprio me. Era un periodo in cui avevo problemi con Dino Viola per il rinnovo del contratto. In quella partita io ero il capitano della Roma, lui del Napoli. Alla fine quel vieni a giocare a Napoli non lo dimentico. Poi le cose si sistemarono con il presidente e gli dissi di no”.

Damiano Mattana

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