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Regno Unito, il Covid avanza ancora: si riunisce il Cobra

Viaggia a ritmi preoccupanti l’ondata di contagi da coronavirus nel Regno Unito dove, nelle ultime 24 ore, sono stati registrati altri 4.368 casi. Un trend che ormai prosegue da diversi giorni e che ha portato il governo britannico ad applicare alcune misure restrittive. Circoscritte per ora, al fine di evitare un lockdown totale che, specie in tempi di Brexit, il premier Boris Johnson ha indicato come potenzialmente disastroso per l’economia britannica. L’escalation di contagi, però, ha raggiunto livelli che inevitabilmente qualche preoccupazione in più iniziano a portarla. Pur calando leggermente il numero delle vittime (11 in un giorno) e con il numero di ricoveri sostanzialmente nei livelli di guardia, il governo britannico ha deciso di convocare una riunione del Comitato governativo d’emergenza. Il Cabinet office briefing rooms, meglio noto come Cobra.

Consesso totale

Sul tavolo, le misure che Londra adotterà di qui in avanti. E, fra le variabili considerate, quella del lockdown totale non è più esclusa a priori. Al consesso del Cobra parteciperanno tutti i rappresentanti politici del Regno Unito. Accanto a Boris Johnson interverranno il premier del Galles, Mark Drakeford, la scozzese Nicola Sturgeon e la nordirlandese Arlene Foster. Proprio in Scozia, entro i prossimi giorni, verranno applicate ulteriori misure restrittive, in attesa di capire quali saranno le misure generali consigliate dai consulenti scientifici. I quali, nelle persone di Patrick Vallance e Chris Whitty, hanno già lanciato alla popolazione britannica l’invito a non abbassare la guardia rispettando le disposizioni precauzionali del governo.

Nuove misure: parola al Cobra

Al momento, nel Regno Unito vige la Rule of Six, oltre al lockdown vero e proprio in alcune zone del Paese, come il Tyneside e le West Midlands. Per ora si cercherà di rafforzare le misure esistenti, poiché una chiusura generale significherebbe un dissesto economico che Londra non vuole permettersi. Specie in una fase in cui l’accordo di uscita dall’Ue vive una preoccupante fase di stagnamento. Che Johnson avrebbe voluto risolvere con la mossa dell’Internal Market Bill. La parola agli esperti.

Damiano Mattana

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