È un rebus più che una soluzione quella avanzata dal Comitato Olimpico Internazionale 72 ore dopo aver preservato i Giochi Olimpici dalla pandemia di Covid-19. L’ultima parola è stata pronunciata dal premier giapponese Shinzo Abe che, per la prima volta, ha fatto allusioni a un possibile rinvio dell’evento, allineandosi alle dichiarazioni del numero 1 del Cio, Thomas Bach: “Le Olimpiadi di Tokyo potranno slittare in autunno […]. La precedenza alle vite umane”. Ma che la questione sia tutt’altro che appianata lo dimostrano le riunioni concitate del Comitato organizzatore, il governo di Tokyo e le federazioni infuocate. Ora si apre un periodo di quattro settimane per pensare a una data plausibile. Intanto, la fiaccola olimpica accesa ad Olimpia è già a Sendai, dove in 55mila giapponesi l’hanno accolta nonostante i divieti. Questa mattina gli ha fatto eco la governatrice Yuriko Koike in conferenza stampa: “Le nostre priorità sono la salute e sicurezza dei cittadini di Tokyo, fattori fondamentali per lo svolgimento delle Olimpiadi” ha detto.
Se è certo che prima del 21 agosto Tokyo non avvierà i Giochi Olimpici tanto agognati, è altrettanto certo che il Comitato non intende far slittare la macchina organizzativa al 2021. Un mese basterà per raggiungere il verdetto, suscettibile dell’andamento del contagio. Due le date possibili:
Su un probabile rinvio dei Giochi Olimpici al 2021 l’argine è molto alto. Senza girarci attorno, la benzina che alimenta la macchina delle Olimpiadi è quella economica. Spostare un sistema integrato composto da oltre 33 discipline, 10mila atleti e 32 Paesi è molto complesso. Lo aveva ben capito l’ex presidente del Cio, Jacques Rogge, che all’indomani dell’attentato alle Torri Gemelle, chiese a Thierry Sprunger di trovare una soluzione-paracadute per salvare i Giochi in caso di rinvio. Per questo è stata attivata un’assicurazione che garantisce una copertura di 900 milioni di dollari. Ma tale copertura – come spiega il direttore finanziario del Cio Sprunger a Repubblica – non vale per il loro rinvio, bensì solo per l’annullamento.
Sprunger ipotizza un danno di tre miliardi di dollari se le Olimpiadi venissero rinviate. Un’emorragia economica che minerebbe irrimediabilmente lo sport a livello mondiale. Tra le 28 federazioni che costituiscono l’ossatura dei Giochi, almeno 18 dipendono dalle Olimpiadi. Un rinvio potrebbe portare al loro fallimento. Per capirci: in caso di rinvio al 2021, potrebbero soltanto sopravvivere calcio, tennis, basket e volley. E poi che l’investimento del Giappone: 12 miliardi messi in campo dal governo per realizzare lo stadio progettato da Kengo Kuma e un villaggio olimpico di circa 15mila posti. Gli appartamenti sono stati già venduti a privati, ma rinviando le Olimpiadi slitterebbero i termini del contratto con gli acquirenti che prevedono la consegna delle case dopo 6 mesi dai Giochi. Per non parlare degli incassi. Insomma, la strada per Tokyo sembra tutta in salita.
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