Non dimentichiamo Cavour: il più grande maestro per la buona politica

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159 anni fa oggi moriva, prematuramente per l’Italia appena unita, Camillo Benso Conte di Cavour, il più grande statista dell’800 secondo gli inglesi, l’uomo cui l’Italia e gli italiani debbono molto. Fu il politico a vedere meglio di tutti l’interesse nazionale e a costruirlo giorno per giorno. In soli tredici anni di impegno governativo uni l’Italia, innovò la politica agraria, con i canali navigabili, fece politica industriale spingendo la nascita della Ansaldo, lanciò i collegamenti marittimi con la concessione a Rubattino per collegare le Isole, fece politica infrastrutturale con il disegno della Rete ferroviaria e soprattutto l’apertura al mercato mondiale con la costruzione del Primo Traforo alpino, il Traforo del Frejus, la più grande opera ingegneristica dell’800.
Secondo il prof. Valerio Castronovo prima della apertura di quel Traforo il nostro PIL era 1/4 rispetto a quello inglese. Cavour, insieme a De Gasperi, fu il più grande maestro per la buona politica di cui abbiamo tanto bisogno. Cercare di vedere la realtà e i gravi problemi di oggi con i suoi occhi può aiutarci a lavorare meglio , lo dissi dal palco della Prima Manifestazione SITAV del 10 Novembre 2018. Quando Vittorio Emanuele II gli parlò dei dissensi per la costruzione del Traforo del Frejus, Cavour gli rispose: ”Maestà dobbiamo governare anche per chi non capisce“. Il bene comune, l’interesse nazionale debbono ritornare ad essere l’obiettivo della buona politica per uscire dalla grave crisi di oggi. Un Paese se non vuole ritornare indietro deve assolutamente ricordare i suoi uomini migliori.
Mino Giachino: