Il numero dei morti della devastante esplosione del 4 agosto è arrivato a 194 morti . Ricordiamo che l’incendio ha comportato la distruzione del porto e di interi quartieri di Beirut. Secondo quanto riportato dai media libanesi, una donna dei 6.500 feriti è morta nelle ultime ore in ospedale dopo 48 giorni di coma. Si tratta di Marine Elias Najem, da anni vedova del marito, è stata sepolta nella chiesa evangelica di Beirut.
Si cercano ancora i dispersi che sembra siano da 7 a 9, tra cui alcuni stranieri. Difatti, il bilancio dell’esplosione del 4 agosto è di fatto fissato a circa 200 morti.
A Ain Qana, nel sud del Libano, è stato distrutto da una potente esplosione un edificio identificato come appartenente al movimento sciita filo-iraniano Hezbollah. Non si conoscono ancora le cause, si è parlato di un incidente. Sembra sia legato ad un errore tecnico all’interno di un deposito di armi. Probabilmente mine e munizioni. È intervenuta la tv del movimento Hezbollah, al Manar che ha dichiarato che è ancora troppo presto per indicare la dinamica dell’evento.
Secondo alcuni testimoni locali, l’episodio è collegato al sorvolo di caccia, probabilmente israeliani. Altri hanno ipotizzato che si sia trattato di un raid per colpire un alto esponente della fazione, scenario però smentito da altre fonti.
In molte aree della regione meridionale libanese, ci sono postazioni missilistiche nascoste, bunker, arsenali della milizia filo-iraniana. Tutto ciò è stato costruito nel tempo, ben mimetizzato e purtroppo spesso vicino a centri abitati. Un centro che rappresenta la punta di lancia offensiva e difensiva nello scontro con Israele. Gerusalemme, in passato, ha preso di mira bersagli legati al dispositivo bellico avversario.
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