Le mosse della Federal Reserve per contenere la pandemia di Covid-19 non sono bastate. La Borsa a Wall Street subisce un calo degli indici di oltre il 7%, in concomitanza con le Borse europee che perdono più del 10%. Lo spread torna a salire toccando 270 punti base, e l’incubo paventato venerdì ritorna. Come rileva Il Sole24ORE, “le vendite colpiscono Amplifon, Stmicroelectronics, Cnh Industrial, Leonardo Finmeccanicae Prysmian, che cedono oltre il 10%. Continua il momento nero di Atlantia, con i dati sul crollo del traffico, mentre limitano i danni le utility. Positiva Diasorin, al lavoro su un test per l’identificazione rapida del coronavirus”. I mercati non dialogano con le banche centrali, che hanno fatto tutto il possibile per far fronte all’emergenza. Salgono i rendimenti dei Paesi, il che significa che il Paese è percepito come a rischio da parte dei mercati. Le ripercussioni sono evidenti sul mercato reale: il peggior titolo del Ftse Mib è quello di FCA, che annuncia la chiusura di tutti i suoi stabilimenti europei questo mese.
La Federal Reserve, la Banca centrale degli Stati Uniti d’America, ha tagliato a sorpresa i tassi d’interesse allo 0-0,25%. Una misura inaspettata in condizioni normali, la seconda nel giro di una settimana, dopo il taglio dei tassi di mezzo punto dello scorso 3 marzo. Si tratta delle prime operazioni d’emergenza dal crack di Lehmann Brothers. Il presidente Usa, Donald Trump, ha commentato le azioni della banca in precedenza molto criticata definendole “un grande passo”. Ma le acclamazioni durano poco perché, se si guarda ai dati cinesi nel mese di febbraio, si attesta un -20% dei consumi e un -13,5% della produzione industriale.
La Fed non si è limitata solo a questo, perché – come riferisce il Sole24ORE – ha lanciato un massiccio programma di Quantitative Easing per acquistare 700 miliardi di dollari in titoli di Stato e obbligazioni garantite da mutui per sostenere l’economia. La pandemia di Covid-19 ha allertato tutte le banche centrali del mondo (Bce, Banca del Canada, Bank of England, Bank of Japan e Banca centrale svizzera) che, per assicurare una cerca liquidità, hanno siglato con la Fed un’intesa che facilita il rifornimento in dollari da parte di tutto il sistema finanziario mondiale. Un’azione coordinata di questo tipo si era vista solo durante la crisi finanziaria del 2008, sopraccitata.
Le linee di swap sono strumenti finanziari usati dalle banche centrali che rappresentano una sorta di “magazzino di liquidità”. Questi strumenti sono parte dell’intesa tra Fed e banche centrali mondiali, perché permettono di iniettare liquidità nei mercati di finanziamento per alleggerire la tensione economico-finanziaria sull’offerta di credito a famiglie e imprese. A partire da oggi, queste misure sono in vigore fino alla regolarizzazione dei mercati di finanziamento.
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