Ormai è sempre più chiaro il piano di Erdogan di islamizzare il Paese medio-orientale e di allontanarlo sempre di più dai principi laici dell’Unione europea. Il tutto è acuito, indubbiamente, dai contrasti diplomatici sempre più forti con il presidente francese Emmanuel Macron. Il decreto presidenziale di Erdogan del 21 agosto ripete quanto già deciso per l’antica basilica cristiana, ex museo e ora di nuovo moschea di Santa Sofia. Difatti, ha confermato la sentenza del Consiglio di Stato dello scorso 19 novembre 2019 che ha annullato la decisione con cui fu istituito il museo-chiesa di San Salvatore in Chora.
Il museo Kariye Cami si trova a Istanbul nel quartiere di Fatih e grazie a questa decisione passerà sotto il controllo della Direzione degli Affari religiosi (Diyanet), che provvederà a compiere i lavori per la sua trasformazione in moschea. La chiesa, considerata una dei più importanti esempi di architettura bizantina sacra ancora esistenti, è stata costruita nel 534, nel periodo bizantino. Le mura interne, i pilastri e le cupole sono ricoperte da mosaici ed affreschi. Dopo la conquista ottomana, la chiesa fu trasformata in moschea nel 1511 da Hadim Ali Pascià, gran visir di Bayezid II. Vista la contrarietà islamica nei confronti della rappresentazione di figure umane, i mosaici e gli affreschi vennero ricoperti di calce, ma non distrutti. Nel 1948 venne, poi, avviato un programma di restauro dell’edificio per il recupero dei mosaici e affreschi, considerati fra le massime espressioni dell’arte bizantina. La chiesa restò chiusa al culto fino al 1958 e fu trasformata in museo.
Il 23 agosto, il patriarca Bartolomeo ha celebrato la Divina Liturgia nello storico monastero di Panagia Faneromeni a Cyzicus e alla fine dell’omelia, per la prima volta, nel fare riferimento alla recente conversione in moschee di Hagia Sophia e della Chiesa di Chora, ha riferito: “Siamo stati feriti dalla conversione della Basilica di Santa Sofia e della Chiesa di Chora in moschee. Questi due monumenti unici di Costantinopoli furono costruiti come chiese cristiane. Esprimono lo spirito universale della nostra fede così come l’amore e la speranza dell’eternità. I mosaici e le icone, unici nel loro genere, sono ‘nutrimento per l’anima e uno spettacolo straordinario per gli occhi, come disse lo scrittore e pittore greco Fotis Kontoglou. Fanno parte del patrimonio culturale mondiale”. Ha concluso dicendo: “Preghiamo il Dio dell’amore, della giustizia e della pace perché illumini le menti e i cuori dei responsabili”.
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