Attualità

Carceri, Antigone: “53.600 detenuti su 47.445 posti; 29 bimbi chiusi con le madri”

Al 30 giugno 2021 sono 53.637 i detenuti, di cui 2.228 donne (il 4,2%) e 17.019 stranieri (il 32,4%), per 50.779 posti ufficialmente disponibili (con un tasso di affollamento ufficiale del 105%), ma “il reale tasso di affollamento” è superiore. A metà giugno i posti effettivamente disponibili erano 47.445, per un tasso di affollamento reale del 113%.

I dati sono riportati dall’associazione Antigone nel suo rapporto sulle condizioni di detenzione, intitolato “A partire da Santa Maria Capua Vetere, numeri, storie, proposte per un nuovo sistema penitenziario”.

Il tasso di sovraffollamento varia da istituto a istituto

Fra gli istituti vi sono importanti differenze: 117 su 189 hanno un tasso di affollamento superiore al 100%, e 11 carceri hanno un affollamento superiore al 150%, come quello di Brescia (200%) e Bergamo (168%).

Il rapporto propone una fotografia della popolazione carceraria. Al 30 giugno 2021, il 42,6% dei detenuti ha tra i 30 e i 49 anni, il 25,6% tra i 50 e i 69 anni e il 17% tra i 18 e i 29 anni. C’è un 1,7% di persone con più di 70 anni, nonostante le misure anti Covid abbiano ridotto la presenza di anziani e malati. Da inizio anno ci sono stati 18 suicidi, 4 di stranieri, 16 di italiani, il più giovane aveva 24 anni e il più anziano 56. Nel 2020 i suicidi sono stati 62, uno ogni 10.000 detenuti, il tasso più alto degli ultimi anni.

Antigone: “In carcere 29 bambini con le madri detenute”

Al 30 giugno 2021, sono 29 i bambini fino a tre anni che vivono insieme alle loro madri all’interno di carceri ordinarie o di Istituti a Custodia Attenuata per Detenute Madri (Icam). Di questi, 21 sono bambini di origine straniera e 8 bambini con cittadinanza italiana.

Il dato è riportato dall’associazione Antigone nel suo rapporto sulle condizioni di detenzione, sottolineando come, su questo piano, siano stati fatti passi avanti. Negli ultimi 12 mesi, infatti, il numero di bambini in carcere si è mantenuto stabile, intorno ai 30: una quota ben inferiore rispetto ai numeri registrati negli anni precedenti, quando i bambini erano tra i 50 e i 70.

Un detenuto su quattro è tossicodipendente

In media, oltre un detenuto su quattro è tossicodipendente, e negli ultimi 15 anni vi è stata una crescita di 10 punti percentuali negli ingressi, anche brevissimi, di detenuti con problemi di tossicodipendenza.

Secondo l’associazione Antigone “il decongestionamento delle carceri deve partire dalla modifica delle legge sulle droghe“. Al 30 giugno 2021, i detenuti per violazione del Testo Unico sulle droghe sono 19.260 (il 15,1% sul totale delle imputazioni); di questi, 658 donne e 18.602 uomini. Il 33% sul totale dei detenuti reclusi per droga è straniero. Nel corso del 2020 sono stati 10.852 i detenuti in ingresso negli istituti penitenziari per detenzione di sostanze stupefacenti, il 30,8% del totale.

“Rivedere il regolamento penitenziario”

“E’ necessario ripensare disposizioni che risalgono a un modello di carcere diverso da quello che le esperienze del nuovo millennio, comprese quelle della pandemia, permettono di configurare”: l’associazione Antigone ha inviato a governo e parlamento una relazione con le proposte di modifica del regolamento penitenziario.

Quello attuale è in vigore dal settembre 2000, “proponeva – sottolinea Antigone, nel suo rapporto “A partire da Santa Maria Capua Vetere, numeri, storie, proposte per un nuovo sistema penitenziario” – un’idea di detenzione fondata sul rispetto della dignità della persona e sul progressivo riavvicinamento alla società esterna. Una parte delle norme ha sicuramente contribuito ad elevare gli standard”, “un’altra parte però necessita una rivisitazione”, e “non poche disposizioni regolamentari sono rimaste lettera morta”.

Le proposte di Antigone toccano molti ambiti: dalla prevenzione e repressione della violenza (con l’introduzione di strumenti di identificazione del personale, l’ampliamento della videosorveglianza, meccanismi di protezione del detenuto che sporge denuncia), alla prevenzione del rischio di suicidi, inoltre, potenziamento dei colloqui e delle telefonate, maggiori tutele per il lavoro delle persone detenute, i diritti dei bambini in carcere con le proprie madri.

Milena Castigli

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