Con la prima domenica di Avvento, inizia anche un nuovo anno liturgico. E in esso, spiega Papa Francesco durante la recita dell’Angelus, “la Chiesa scandisce il corso del tempo con la celebrazione dei principali eventi della vita di Gesù e della storia della salvezza. Così facendo, come Madre, illumina il cammino della nostra esistenza, ci sostiene nelle occupazioni quotidiane e ci orienta verso l’incontro finale con Cristo”. E l’odierna liturgia, ricorda il Pontefice, “ci invita a vivere il primo ‘tempo forte’ che è questo dell’Avvento, il primo dell’anno liturgico, l’Avvento, che ci prepara al Natale, e per questa preparazione è un tempo di attesa, è un tempo di speranza. Attesa e speranza“.
E’ san Paolo a indicare l’oggetto dell’attesa. “Per un cristiano – spiega Papa Francesco – la cosa più importante è l’incontro continuo con il Signore, stare con il Signore. E così, abituati a stare con il Signore della vita, ci prepariamo all’incontro, a stare con il Signore nell’eternità. E questo incontro definitivo verrà alla fine del mondo”. Il Signore, però, “viene ogni giorno, perché, con la sua grazia, possiamo compiere il bene nella nostra vita e in quella degli altri. Il nostro Dio è un Dio-che-viene“. Il Signore, ricorda il Papa, non delude mai. E anche nell’attesa, vivrà sempre la speranza della sua venuta: “Viene ogni giorno a visitare il suo popolo, a visitare ogni uomo e donna che lo accoglie nella Parola, nei Sacramenti, nei fratelli e nelle sorelle”. La vita, fatta di luci e ombre, con le sue delusioni e i suoi insuccessi, può lasciarsi andare allo sconforto, all’apatia. Ma è nella speranza che nasce l’attesa fiduciosa: “La speranza non delude, quella virtù che ci porta avanti guardando all’incontro con il Signore”.
E l’Avvento è “un incessante richiamo alla speranza“. Dio, infatti, “non è lontano, sempre è con noi, al punto che tante volte bussa alle porte del nostro cuore. Dio cammina al nostro fianco per sostenerci. Il Signore non ci abbandona; ci accompagna nelle nostre vicende esistenziali per aiutarci a scoprire il senso del cammino, il significato del quotidiano, per infonderci coraggio nelle prove e nel dolore”. Per questo non va dimenticata la grazia di avere il Signore vicino a noi: “Attendiamo Dio, speriamo che si manifesti, ma anche Lui spera che noi ci manifestiamo a Lui“.
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