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Addio a Stirling Moss, leggenda della F1

Stirling Moss ebbe una sola sfortuna nella sua incredibile carriera in Formula 1. Quella di trovare sulla sua strada un fuoriclasse assoluto come Juan Manuel Fangio, che per ben tre volte arrivò prima di lui nella classifica finale. A Moss toccò un titolo particolare, nonostante il talento infinito, universalmente riconosciuto: Eterno secondo, Re senza corona. Ma il senso è lo stesso: un campione che affrontò un campionissimo, dando vita alla prima, vera, incredibile rivalità della storia della F1. Incappando, nel 1958, nell’annata magica del britannico Hawtorne, che lo privò del titolo nell’unica volta in cui non c’era riuscito Fangio. Peraltro di un solo punto, al termine di un derby inglese che passò alla storia. Se ne è andato a 90 anni Moss, che fino all’ultimo si è seduto al volante, per celebrare la gloria del passato e partecipando a eventi a tema, dando prova di una passione fuori del comune.

La carriera

Si è spento dopo una lunga malattia il pilota londinese, lasciando nel ricordo degli appassionati una serie incredibile (per l’epoca) di 16 gran premi vinti senza potersi fregiare del titolo di campione del mondo. Un record. Solo in Formula 1 naturalmente, perché se il conteggio si allarga alle altre competizioni, Moss riuscì a mettere in fila 212 vittorie su 529 gare, dalla F1 alla Mille Miglia fino a rassegne come la Tourist Trophy e la Targa Florio. Incredibile anche il filotto di secondi posti, tutti consecutivi, tra il 1955 e il 1958, un primato che la dice lunga sul valore del pilota e, di rimando, su quello del suo principale rivale. La sua epopea in Formula 1 si concluse nel 1961, anche se la carriera al volante sarebbe proseguita a oltranza. Superando momenti estremamente difficili, come l’incidente del 1962 al Trofeo Glover, quando si schiantò alla guida di una Lotus finendo in stato comatoso per un mese. Dopo quell’incidente non tornò più a vere e proprie competizioni ma il paddock non lo avrebbe più abbandonato.

Idolo delle corse

Innumerevoli i trionfi in pista, meno allori di quanto avrebbe meritato ma sufficienti a garantirsi un posto nell’olimpo dei grandissimi. Nella sua Gran Bretagna è considerato un idolo, primo inglese a vincere un Gp in patria (Aintree, nel ’55) e trionfatore nella Mille Miglia, sempre nel 1955, ottenendo la doppia soddisfazione del record (imbattuto) di percorrenza e della vittoria ottenuta davanti al rivale storico, Fangio.

DM

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