O mio dilettissimo sposo, Gesù Cristo, amatore purissimo, Signore di tutte le creature, chi mi darà penne veramente libere per volare e venire a posarmi in te? Oh! quando mi sarà concesso di non aver nessun’altra occupazione che vedere e gustare quanto sei soave, o Signore Dio mio? Quando mi raccoglierò in te così appieno che il tuo amore non mi faccia sentire più me stesso, non te solamente sopra ogni senso e modo, nel modo non da tutti conosciuto? Ora poi gemo frequentemente e mi porto la mia infelicità con dolore. Perché in questa valle di miserie avvengono molti mali che spesso mi conturbano, contristano e rannuvolano; spesso m’impediscono e distraggono, mi allettano e avviluppano in modo da non avere libero accesso a te, e godere dei tuoi giocondi amplessi sempre pronti per gli spiriti beati. Ti muova il mio sospirare e la molteplice mia desolazione in questa terra.
RISOLUZIONI: Risolvi di fare frequentissime aspirazioni a Gesù chiedendogli la grazia di riposare in lui e in lui solo.
Tratto da un’antica edizione del 1800 dell’Imitazione di Cristo
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