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Aleppo: la fuga e il ritorno

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"Meglio vivere fra le macerie che come rifugiato in Europa"

Un crescente numero di rifugiati sta rientrando in Siria, compresi coloro che avevano fatto il pericoloso viaggio in mare per scappare dalla guerra. Adeeb Ayoub, 13enne siriano, ha riabbracciato la mamma all’aeroporto di Damasco dopo essere stato due anni in Germania. Poi ha rivisto il papà. Dallo scoppio della guerra nel marzo 2011 circa cinque milioni di siriani hanno attraversato il confine con Libano, Giordania e Turchia. La mancanza di opportunità di lavoro, la difficile integrazione, le barriere linguistiche stanno inducendo alcuni a tornare a casa anche se la Siria non è che un ammasso di rovine. Adeeb Ayoub: "Rimarrò qui. Non tornerò indietro, perché questo è il nostro paese….andando in un altro paese come la Germania, vedi che le persone non sono come noi. Hanno un’altra religione". Intanto la bandiera governativa siriana è tornata a sventolare ad Aleppo. Dopo quattro anni e cinque mesi di combattimenti, la seconda città più importante della Siria è torna sotto il controllo del presidente Assad. Alla spicciolata rientrano anche giovani uomini che avevano una professionalità da mettere in campo in Europa come Ammar Maarawi. Ammar Maarawi: "Vivere come un rifugiato è umiliante. Se riesco ad avere un contratto potrei andare ma come rifugiato no, col contratto si, ma da rifugiato è come vivere in prigione".

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