Don Aldo Buonaiuto a Storie Italiane su violenza e prostituzione

La puntata di Storie Italiane si apre con l’episodio sconvolgente di un’aggressione avvenuta nel centro di Varese la sera del 12 ottobre: due ragazze, sedute nell’attesa che i genitori andassero a prenderle, sono state aggredite da un uomo che si è avvicinato loro con un coltello. Una di loro è riuscita a scappare, ma la sua amica 15enne è stata, invece, aggredita al volto e al braccio. Gli inquirenti stanno indagando sull’identità dell’uomo, non curante delle telecamere installate in pieno centro e dei passanti che si trovavano in zona. Si ipotizza che l’aggressore abbia tra i 45 e i 50 anni. Don Aldo Buonaiuto, sacerdote dell’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII e direttore del quotidiano In Terris, riconosce i sintomi di un fenomeno sempre più endemico nelle città italiane: “Vediamo che ormai anche il centro è diventato altrettanto pericoloso come le periferie – ha sottolineato il sacerdote -. Il problema è questo carattere inaudito della violenza”. Don Aldo ha rimarcato come “nella maggior parte dei casi, l’odio si scaglia contro le donne, soprattutto giovanissime”. Rivolgendo un pensiero alla vittima aggredita, il sacerdote ha rimarcato un paradosso: “Molto spesso queste persone criminali vengono scagionate facilmente” e, mettendosi nei panni della vittima, ha poi sottolineato: “Penso alla povera ragazza sfregiata che vedrà quest’uomo in giro dopo poco tempo. Questo non è un buon segnale da parte dello Stato“.

Centri massaggi criminali

ll programma ha poi trattato della maxi-operazione condotta dalla Squadra Mobile di Ancona, che dopo due anni ha sgominato una rete criminale che gestiva diversi centri massaggi lungo tutta la dorsale adriatica, da Mantova a Barletta. Al vertice dell’organizzazione v’era una coppia composta da un 40enne originario della Puglia e sua moglie, i quali adescavano, per mezzo di annunci via internet, ragazze desiderose di lavorare nei centri massaggi, infine costrette a svolgere una prestazione sessuale per i clienti. Le massaggiatrici, sfruttate in attività illecite, erano anche spostate di città in città in base alle richieste di mercato e per evitare che i clienti si affezionassero loro. Don Aldo, da sempre in prima linea nello sgominare la tratta delle donne con la Comunità Papa Giovanni XXIII, ha sottolineato che “il fenomeno della prostituzione non è solo in strada, ma anche all’interno dei locali e dei luoghi come i centri massaggi“. Per il sacerdote “il problema della tratta è attualissimo e coinvolge ragazze terrorizzate per le ritorsioni che potrebbero ricevere se si rifiutano. Le vittime sono spesso donne giovanissime, minorenni, e circa l’80% delle ragazze straniere è legato a un doppio filo, perché sono minacciate con il ritiro del permesso di soggiorno” denuncia, sottolineando un problema di fondo: “La struttura maschilista che pensa di mercificare sulle donne. Ma le relazioni intime non si comprano”. Dopo anni di impegno contro la “prostituzione coatta”, don Aldo vuole ricordare il grande lavoro delle forze dell’ordine nel contrastare questa criminalità, e rimarca il ruolo fondamentale dell’educazione dei giovani: “Qui possiamo solo sperare sulle nuove generazioni”. Per il sacerdote è l’unico auspicio per contrastare “una diffusa struttura maschilista che pensa di mercificare sulle donne. Ricordiamo – aggiunge don Aldo – che la prostituzione al chiuso incentiva quelle persone che non vogliono farsi vedere sulle strade e che riversano, così, i loro peggiori istinti”. Il sacerdote fa, dunque, un appello perché “è necessario colpire la domanda. C’è una grande offerta – ricorda don Aldo – perché c’è una domanda spaventosa. È necessario, dunque, un cambiamento di mentalità” ha concluso.