“Strada facendo, predicate, dicendo che il regno dei cieli è vicino”

«Guarite gli infermi, risuscitate i morti, purificate i lebbrosi, scacciate i demoni. Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date»
«Infirmos curāte, mortŭos suscitāte, leprōsos mundāte, daemŏnes eicĭte; gratis accepīstis, gratis date» 

X Settimana del Tempo Ordinario – Memoria di San Barnaba apostolo – Mt 10,7-13

In quel tempo, disse Gesù ai suoi apostoli: «Strada facendo, predicate, dicendo che il regno dei cieli è vicino. Guarite gli infermi, risuscitate i morti, purificate i lebbrosi, scacciate i demòni. Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date. Non procuratevi oro né argento né denaro nelle vostre cinture, né sacca da viaggio, né due tuniche, né sandali, né bastone, perché chi lavora ha diritto al suo nutrimento. In qualunque città o villaggio entriate, domandate chi là sia degno e rimanetevi finché non sarete partiti. Entrando nella casa, rivolgetele il saluto. Se quella casa ne è degna, la vostra pace scenda su di essa; ma se non ne è degna, la vostra pace ritorni a voi».

Il commento di Massimiliano Zupi

I discepoli sono inviati ad annunciare il vangelo: ovvero che gli uomini resi infermi dal peccato possono essere guariti; addirittura, che quanti sono morti nel loro peccato, quanti sono stati rosi nella loro vitalità e freschezza dal vizio come da un tarlo, possono tornare in vita, liberati dal loro male. Anche i lebbrosi, gli emarginati dalla società per la loro condotta di vita, potranno essere reintegrati; i posseduti dal male, tutti noi che facciamo il male che non vogliamo, mentre il bene che vorremmo non riusciamo a compierlo (Rm 7,19), potremo essere liberati dalla schiavitù del peccato ed essere educati a combattere contro satana. Quel che in noi è fallito, caduto, piegato, anziché essere giudicato e condannato, emarginato ed allontanato, viene perdonato e guarito, accolto ed abbracciato: è questa la buona notizia per tutti gli uomini.

La vita non è un premio da meritare, un salario da guadagnare (Mt 20,14-15), un primo posto da conquistare (Lc 14,10): è un dono da accogliere e donare. Il bene non è una virtù da arrivare a possedere: è un perdono da invocare e ricevere (Mt 20,30-31). La logica del dono ci libera dal male e dal peccato, ci guarisce dalle nostre paralisi e ripiegamenti. La logica della gratuità ci introduce nel bene e ci edifica nella virtù.