“Oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore”

presepe

«Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia»
«Ethoc vobis signum: inveniētisinfantem pannis involūtumet posĭtumin praesepĭo»

Solennità del Natale del Signore – Messa della Notte

In quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il censimento di tutta la terra. Questo primo censi-mento fu fatto quando Quirinio era governatore della Siria. Tutti andavano a farsi censire, ciascuno nella propria città. Anche Giuseppe, dalla Galilea, dalla città di Nàzaret, salì in Giudea alla città di Davide chiamata Betlemme: egli apparteneva infatti alla casa e alla famiglia di Davide. Doveva farsi censire insieme a Maria, sua sposa, che era incinta.

Mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto. Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo pose in una mangiatoia, perché per loro non c’era posto nell’alloggio. C’erano in quella regione alcuni pastori che, pernottando all’aperto, vegliavano tutta la notte facendo la guardia al loro gregge.

Un angelo del Signore si presentò a loro e la gloria del Signore li avvolse di luce. Essi furono presi da grande timore, ma l’angelo disse loro: «Non temete: ecco, vi annuncio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore. Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia».

E subito apparve con l’angelo una moltitudine dell’esercito celeste, che lodava Dio e diceva: «Gloria a Dio nel più alto dei cieli e sulla terra pace agli uomini, che egli ama».

Il commento di Massimiliano Zupi

Ai pastori è annunciato il grande evento; essi non sanno ancora che quella notte segnerà lo spartiacque della storia, la quale sarà suddivisa in prima e dopo quella nascita. Sanno però, perché l’angelo lo ha appena annunciato, che è finalmente nato per loro il Salvatore: è il Messia atteso, il Dio-con-loro, anzi il Dio fattosi uno di loro.

Ebbene, qual è il segno di questo evento unico ed inaudito, della manifestazione gloriosa e numinosa di Dio in persona? È un segno che spiazza tutti, che forse solo i pastori nella loro semplicità potevano accogliere: un bambino deposto in una mangiatoia! Nel breve racconto della Natività secondo Luca, questa descrizione è ripetuta ben tre volte: all’inizio, narrando la nascita di Gesù (v.7); al centro, quale segno dato ai pastori dall’an-gelo (v.12); alla fine, come constatazione fatta dai pastori stessi accorsi a verificare il segno loro annunciato (v.16).

In questa notte, dopo duemila anni, è quel che anche noi siamo chiamati a contemplare: il Dio onnipotente, che abita nei cieli, creatore dell’universo, quel Dio si rivela e si offre come un neonato. Le mani di Maria già lo hanno preso e fasciato. Ora è lì, perché anche noi possiamo prenderlo ed accostare quel corpicino al nostro: egli è il pane che solo ci sazia(Gv 6,35), amore indifeso che nel chiederci di essere amato e curato vince ogni nostra durezza e paura, e ci dona dolcezza infinita.