«Prendi il largo e gettate le vostre reti per la pesca»

«D’ora in poi sarai pescatore di uomini»
«Ex hoc iam homĭnes eris capĭens»

XXII Settimana del Tempo Ordinario – Lc 5,1-11

In quel tempo, mentre la folla gli faceva ressa attorno per ascoltare la parola di Dio, Gesù, stando presso il lago di Gennèsaret, vide due barche accostate alla sponda. I pescatori erano scesi e lavavano le reti. Salì in una barca, che era di Simone, e lo pregò di scostarsi un poco da terra. Sedette e insegnava alle folle dalla barca.
Quando ebbe finito di parlare, disse a Simone: «Prendi il largo e gettate le vostre reti per la pesca». Simone rispose: «Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla; ma sulla tua parola getterò le reti». Fecero così e presero una quantità enorme di pesci e le loro reti quasi si rompevano. Allora fecero cenno ai compagni dell’altra barca, che venissero ad aiutarli. Essi vennero e riempirono tutte e due le barche fino a farle quasi affondare. 8Al vedere questo, Simon Pietro si gettò alle ginocchia di Gesù, dicendo: «Signore, allontànati da me, perché sono un peccatore». Lo stupore infatti aveva invaso lui e tutti quelli che erano con lui, per la pesca che avevano fatto; così pure Giacomo e Giovanni, figli di Zebedèo, che erano soci di Simone. Gesù disse a Simone: «Non temere; d’ora in poi sarai pescatore di uomini». E, tirate le barche a terra, lasciarono tutto e lo seguirono.

Commento di Massimiliano Zupi

Il discepolo di Gesù non può non essere anche apostolo: inviato a pescare uomini dagli abissi, fino a che la rete sia tutta colma (Gv 21,11; Lc 14,23). L’annuncio del vangelo è un’esigenza d’amore: non si può non desiderare di far conoscere l’amore con
il quale ci si è scoperti amati.
«Pescatore di uomini» è una bella e nota immagine per dire quest’anima missionaria di ogni cristiano. In questo medesimo episodio della pesca miracolosa e della chiamata dei primi quattro discepoli, ci sono però altri due passi che aiutano ad entrare nel mistero del cuore apostolico del cristianesimo. Al versetto settimo è scritto: «Allora fecero cenno ai compagni dell’altra barca, che venissero ad aiutarli»; e poi ancora, poco più avanti: «Lo stupore infatti aveva invaso lui e tutti quelli che erano con
lui, per la pesca che avevano fatto». Nell’originale greco, «ad aiutarli» ed «avevano fatto» è in verità lo stesso verbo: «syllambáno», «prendere insieme».
Ora, la cosa interessante è che si tratta del medesimo vocabolo utilizzato da Luca nell’episodio dell’annunciazione: «Ed ecco, concepirai (syllémpse) un figlio» (Lc 1,31). Maria, obbedendo alla parola dell’angelo, concepisce il Figlio di Dio nel proprio grembo: il Verbo in lei si fa carne (Gv 1,14). Analogamente, anche Pietro, obbedendo alla parola di Gesù, concepisce i pesci nella rete. La proporzione è tanto evidente quanto affascinante: i pesci da pescare sono Cristo stesso, sono il suo corpo. Ogni lontano, ogni perduto, ogni escluso è un frammento del corpo di Cristo ancora da pescare: è Cristo stesso! E quando anche l’ultimo frammento sarà stato pescato, sarà venuto alla luce, allora il parto sarà compiuto: la Vergine avrà partorito il Figlio (Is 7,14) e Dio sarà tutto in tutti (1 Cor 15,28).