Oggi per questa casa è venuta la salvezza

«Oggi per questa casa è venuta la salvezza» «Hodĭe salus domŭi huic facta est»

Martedì 17 novembre – XXXIII settimana del tempo ordinario – Lc 19, 1-10

In quel tempo, Gesù entrò nella città di Gèrico e la stava attraversando, quand’ecco un uomo, di nome Zacchèo, capo dei pubblicani e ricco, cercava di vedere chi era Gesù, ma non gli riusciva a causa della folla, perché era piccolo di statura. Allora corse avanti e, per riuscire a vederlo, salì su un sicomòro, perché doveva passare di là. Quando giunse sul luogo, Gesù alzò lo sguardo e gli disse: «Zacchèo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua». Scese in fretta e lo accolse pieno di gioia. Vedendo ciò, tutti mormoravano: «È entrato in casa di un peccatore!». Ma Zacchèo, alzatosi, disse al Signore: «Ecco, Signore, io do la metà di ciò che possiedo ai poveri e, se ho rubato a qualcuno, restituisco quattro volte tanto». Gesù gli rispose: «Oggi per questa casa è venuta la salvezza, perché anch’egli è figlio di Abramo. Il Figlio dell’uomo infatti è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto».

Il commento di Massimiliano Zupi

«Oggi per questa casa è venuta la salvezza», esclama Gesù al termine del suo colloquio con Zacchèo. Espressione solenne, che nel Vangelo di Luca ne richiama altre due che cominciano entrambe con l’avverbio «oggi». Anzitutto l’annuncio degli angeli ai pastori nella notte di Natale: «Oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore» (2,11). E poi la buona notizia confidata da Gesù sulla croce al malfattore: «Oggi con me sarai nel paradiso» (23,43). Il Natale e la Pasqua sono l’oggi eterno della salvezza, dell’inaugurazione del regno dei cieli. Esso si è compiuto una volta per tutte in Gesù, nella sua nascita a Betlemme e nella sua morte fuori delle porte di Gerusalemme. Ma continua a compiersi in Zacchèo ed in ogni uomo: è avvenuto infatti una volta, perché avvenisse per sempre; si è realizzato in un uomo, perché potesse realizzarsi in tutti gli uomini.

Gesù è venuto sulla terra e non ha trovato una casa che lo accogliesse alla sua nascita nella carne (Lc 2,7): ecco allora che continua a bussare ad ogni carne, perché lo accolga e si faccia sua dimora (Ap 3,20). Il Natale della carne si realizza nel Natale delle anime: Dio si è fatto carne affinché potesse farsi carne in tutti gli uomini. Analogamente, al termine della sua vita terrena, Gesù è morto sulla croce, maledetto, divenuto peccato (2 Cor 5, 21): in questo modo ha aperto le porte del cielo e del regno, della grazia e del perdono, a tutti. È morto una volta sola, per poter rinascere continuamente nel cuore di tutti (Rm 6,8-11): la Pasqua del Signore si realizza nella Pentecoste, nella discesa dello Spirito Santo su ogni discepolo (At 2,4).