“Mia madre e miei fratelli sono questi: coloro che ascoltano la parola di Dio e la mettono in pratica”

«Mia madre e i miei fratelli sono questi: coloro che ascoltano la parola di Dio e la mettono in pratica» «Mater mea et fratres mei hi sunt, qui verbum Dei audĭunt et facĭunt»

Martedì 22 settembre – XXV settimana del tempo ordinario – Lc 8, 19-21

In quel tempo, andarono da Gesù la madre e i suoi fratelli, ma non potevano avvicinarlo a causa della folla. Gli fecero sapere: «Tua madre e i tuoi fratelli stanno fuori e desiderano vederti». Ma egli rispose loro: «Mia madre e miei fratelli sono questi: coloro che ascoltano la parola di Dio e la mettono in pratica».

Il commento di Massimiliano Zupi

Il Verbo, la Parola, scrive Giovanni nel prologo del suo Vangelo, è Dio stesso (Gv 1,1). Ora, la Parola di Dio, come ogni parola, può essere ascoltata attentamente o distrattamente, accolta o rifiutata. Quale debolezza! Dio ha bisogno del «sì» dell’uomo, del «fiat» di una creatura, Maria, per farsi carne (Lc 1, 38). Dio ha bisogno di essere generato, di trovare una madre!

Tuttavia la Parola, una volta che abbia trovato chi la ascolti, le creda e la realizzi, viene in mezzo agli uomini e comincia a diffondersi. Vuole infatti essere accolta anche da tutti gli altri: vuole che tutti la generino, diventino sua madre. Ma ecco la cosa meravigliosa: coloro che generano la Parola, sono da essa generati; facendoci madri, diventiamo figli!

Dio è amore, afferma laconicamente Giovanni nella sua Prima Lettera (4,8.16): per questo è essenzialmente bisogno di essere accolto. L’amore è estremamente debole! Ma una volta che venga amato, accolto, ecco che crea unità: i due diventano una cosa sola (Gn 2,24). Gesù viene concepito dentro di noi; diventa carne della nostra carne; diventiamo un solo corpo: il corpo di Cristo. Ma l’amore non si limita a creare unità: è generativo, crea vita. Chi abbia ascoltato la Parola, si fa suo araldo, annunciatore della medesima Parola: perché altri la accolgano, diventino figli, madri e spose di Dio, ed infine proclamatori della Parola stessa. La Parola è davvero potenza di Dio (1 Cor 1,18): chi altri infatti ha un tale potere? Di trasformare cioè i lontani in vicini, gli estranei in familiari, i lupi in fratelli (Ef 2,13-19).