L’amore per i nemici è l’unica misura dell’amore

Il Vangelo del giorno con il commento di Massimiliano Zupi

«Egli fa sorgere il suo sole sui cattivi e sui buoni» «Solem suum orīri facit super malos et bonos»

Prima settimana di Quaresima – sabato – Mt 5,43-48

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Avete inteso che fu detto: Amerai il tuo prossimo (Lv 19,18) e odierai il tuo nemico. Ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano, affinché siate figli del Padre vostro che è nei cieli; egli fa sorgere il suo sole sui cattivi e sui buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti. Infatti, se amate quelli che vi amano, quale ricompensa ne avete? Non fanno così anche i pubblicani? E se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario? Non fanno così anche i pagani? Voi, dunque, siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste».

Il commento di Massimiliano Zupi

Si raggiunge qui la vetta più alta del discorso della montagna, o, se si preferisce, la massima profondità nella rivelazione del cuore di Dio: l’amore per i nemici. Occorre anzitutto però liberare il campo da un facile fraintendimento: l’amore per i nemici potrebbe sembrare infatti un comandamento estremo, solo per pochi. Invece è davvero vicino all’esperienza di tutti: perché i nemici non sono quelli aldilà del muro, od oltre la frontiera; sono piuttosto le persone più care, i familiari e gli amici: in ogni persona che amiamo abita anche il nostro nemico. Come recita il Salmo 55/54: «Se mi avesse insultato un nemico, / l’avrei sopportato; / se fosse insorto contro di me un avversario, / da lui mi sarei nascosto. / Ma tu, mio compagno, / mio intimo amico, / legato a me da dolce confidenza! / Camminavamo concordi verso la casa di Dio» (13-15).

L’amore per i nemici è dunque pieno compimento dell’amore del prossimo. Ma perché amare chi mi fa del male? Perché solo questo è amore. L’amore per i nemici è l’unica misura dell’amore: non ve n’è altra. Amare il prossimo nella misura in cui mi loda e mi vuol bene, non è amore: è piuttosto un contraccambio dovuto. Ecco, l’amore non è un dovere: è un sovrappiù; non è mai meritato – sarebbe meretricio! − : è sempre gratuito. È gratuito come il sole, che dona i suoi raggi ai buoni e ai cattivi; gratuito come la pioggia, che si riversa indistintamente sui giusti e sugli ingiusti. La gratuità è la perfezione e la santità di Dio: il segno di riconoscimento delle sue viscere di misericordia, perché l’essere di Dio è donarsi. La vita stessa è dono: altrimenti e altrove c’è solo morte. Così l’amore per i nemici non si realizza solamente attraverso il perdono incondizionato; ogni azione fatta gratuitamente, e non per soldi, in questo mondo dominato dal dio denaro, è il più credibile annuncio del vangelo: raggio di sole che riscalda il cuore degli uomini, goccia di pioggia che bagna e feconda la terra.