Il segreto della vita di Dio

Il Vangelo del giorno con il commento di Massimiliano Zupi

“Date e vi sarà dato”. “Date, et dabĭtur vobis”.

Seconda settimana di Quaresima – Lunedì – Lc 6, 36-38

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: “Siate misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso. Non giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati; perdonate e sarete perdonati. Date e vi sarà dato: una misura buona, pigiata, colma e traboccante vi sarà versata nel grembo, perché con la misura con la quale misurate, sarà misurato a voi in cambio”.

Il commento di Massimiliano Zupi

In questi primi giorni del tempo di Quaresima, la liturgia passa da un Vangelo all’altro, da un capitolo all’altro: come una buona ape, salta di fiore in fiore, per cogliere il nettare migliore. In effetti, giorno dopo giorno, ci vengono riproposte pericopi che contengono sempre l’annuncio essenziale del vangelo: vanno dritte al centro, al cuore. È una ripetizione terapeutica, pedagogica: la medesima Parola viene detta e ridetta, affinché ciò che non viene ascoltato oggi, trovi breccia domani, quel che ieri non ha fatto presa, attecchisca adesso, e quanto era ancora fragile ed instabile, divenga fermo e saldo.

Così sabato Gesù comandava l’amore per i nemici, riflesso dell’amore di Dio la cui luce viene effusa gratuitamente su tutti, buoni e cattivi (Mt 5,44-45). Quella gratuità, che è il cuore stesso di Dio, oggi viene annunciata in modo ancora più esplicito: “Date!”. Variazione del medesimo tema: composizione della fuga di Dio, vortice nel quale penetrare, scia da seguire. “Date e vi sarà dato”. In questo brevissimo imperativo è concentrato il segreto della vita di Dio: egli è Dio e vive, in quanto è dono di sé.

Effluvio che si diffonde nell’aria e riempie tutto del proprio profumo. Sorgente zampillante (Gv 4,14), sempre fresca e nuova. Sole che emana luce ed illumina l’universo, trasformandosi, nel suo donarsi, da natura corpuscolare a natura ondulatoria, per raggiungere e darsi a tutti. Generazione di un altro da sé, il Figlio, per essere sé stesso, Padre; Fattore addirittura di un’altra natura, il creato, per essere sé stesso, Creatore. Pane spezzato e distribuito, per diventare una cosa sola, un unico corpo. Donarsi è il sorriso di Dio, la luce dei suoi occhi. Tutto è dono, tutto dono: accogliere ed offrire, ritmo vitale del respiro e della pulsazione della vita, alternanza infinita di inspirazione ed espirazione, di diastole e sistole.

«Date e vi sarà dato». È una logica che, se accolta, ha il potere di liberarci dai due idoli che più degli altri oggi avvelenano l’esistenza, rendono schiavi e procurano morte: la legge del mercato e del diritto. Il mercato impone che ad ogni dare corrisponda un ricevere in denaro; il donare si irrigidisce in guadagno, profitto, possesso. Il vangelo ci apre alla possibilità di un dare senza contraccambio monetario, senza tornaconto, di un dare come spreco folle e stolto (Mc 14,4): quel che ci viene dato come ricompensa è piuttosto la vita stessa. Il diritto ci insegna a fare i nostri interessi, a soddisfare le nostre esigenze, a far valere le proprie ragioni. Il vangelo ci apre alla possibilità di dimenticarci, di perderci, di rinnegarci: ancora una volta, via paradossale per ricevere in dono sé stessi e la vita (Lc 9,23-24).

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