Gesù gli disse: “Abbi di nuovo la vista! La tua fede ti ha salvato”

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«Abbi di nuovo la vista!» «Respĭce!»

Lunedì 16 novembre XXXIII settimana del tempo ordinario – Lc 18, 35-43

Mentre Gesù si avvicinava a Gèrico, un cieco era seduto lungo la strada a mendicare. Sentendo passare la gente, domandò che cosa accadesse. Gli annunciarono: «Passa Gesù, il Nazareno!». Allora gridò dicendo: «Gesù, figlio di Davide, abbi pietà di me!». Quelli che camminavano avanti lo rimproveravano perché tacesse; ma egli gridava ancora più forte: «Figlio di Davide, abbi pietà di me!». Gesù allora si fermò e ordinò che lo conducessero da lui. Quando fu vicino, gli domandò: «Che cosa vuoi che io faccia per te?». Egli rispose: «Signore, che io veda di nuovo!». E Gesù gli disse: «Abbi di nuovo la vista! La tua fede ti ha salvato». Subito ci vide di nuovo e cominciò a seguirlo glorificando Dio. E tutto il popolo, vedendo, diede lode a Dio.

Il commento di Massimiliano Zupi

In tre versetti, l’evangelista ripete altrettante volte il medesimo verbo: anablépo, nell’originale greco. Blépo significa «guardare»; aná invece è un prefisso spesso utilizzato da filosofi e Padri della Chiesa di lingua greca per la sua equivocità semanticamente ricca: significa infatti sia «in alto» sia «indietro». Anablépo vuol dire quindi sia «guardare di nuovo, tornare ad avere la vista», sia «guardare in alto, volgere gli occhi in su ».

Siamo tutti come il mendicante: con lo sguardo a terra, disperato perché chiuso entro i limiti di una vita il cui destino ineluttabile è la morte. Gesù invita ad alzare lo sguardo: ad accogliere la prospettiva di una vita eterna, che non finisca, ad aprirci ad un orizzonte di relazione infinita con lui offertaci in dono. Siamo tutti come il mendicante: abbandonati lungo la strada, ai margini, senza una casa.

Gesù viene ad annunciarci che una casa l’abbiamo: è quella del Padre, che ci spetta di diritto (Lc 15,12), gratuitamente; è egli stesso la nostra eredità (Sal 16/15,6): Colui che ci accoglie e presso il quale ci sentiamo al sicuro (Sal 18/17,3; 91/ 90,1-2), nostra gioia e nostra forza (Sal 118/117,14). «Abbi di nuovo la vista», anáblepson: alza lo sguardo verso di me e ritroverai finalmente la tua casa.