La generazione che resterà fuori dal regno dei cieli

«Simile a bambini che stanno seduti in piazza» «Simĭlis puĕris sedentĭbus in foro»

Venerdì 11 dicembre – II settimana di Avvento – Mt 11, 16-19

Il commento di Massimiliano Zupi

Di solito, nei Vangeli, i bambini sono presi a modello di coloro che hanno accesso al regno dei cieli (Mt 18,3-4; 19,14): per la loro piccolezza, per la loro condizione di dipendenza e di affidamento nei confronti di chi si prende cura di loro. Qui invece vengono utilizzati quale esempio negativo: coloro che restano fuori del regno dei cieli sono come bambini viziati, sempre scontenti, assolutamente autocentrati, incapaci di vedere aldilà del proprio naso, di sentire più lontano del proprio ombelico. Quanto spesso, in questo senso, da adulti, rimaniamo bambini!

Di Giovanni Battista dicono che è indemoniato: considerano la sua denuncia della struttura di male del mondo come esagerata, radicale, fondamentalista; sono sempre pronti a giustificare sé stessi, non vedono più il male: l’uomo nel benessere è come gli animali, non comprende (Sal 49/48,21). Di Gesù, al contrario, dicono che è mangione e beone: non sopportano la compagnia degli empi e non vedono la propria empietà; si sentono superiori agli altri, giudicano il male che è fuori di loro e credono di vincerlo condannando i peccatori (Lc 18,11-12). Così facendo, restano seduti in piazza, paralizzati nella loro giustizia: non si muoveranno e resteranno fuori del regno, finché, invece che conniventi con il peccato e separati dai peccatori, impareranno piuttosto a tenersi separati dal peccato e ad abbracciare i peccatori riconoscendosi essi stessi i primi tra i peccatori (1 Tm 1,15).