Sono online i dialoghi delle missioni Apollo

Houston abbiamo avuto un problema”. Dopo quasi cinquant'anni, gli storici dialoghi avvenuti tra gli astronauti delle missioni Apollo e Gemini e la sala di controllo escono dagli archivi della Nasa per essere riascoltati sul web. Ciò è possibile grazie un software che, dal 2012 a oggi, ha analizzato e ricostruito le conversazioni come le celebri frasi di Apollo 11 e Apollo 13. Descritta sulla rivista Ieee/Acm Transactions on Audio, Speech and Language Processing, la tecnica è stata messa a punto dal gruppo coordinato da John Harold Hansen e Abhijeet Sangwan, dell'università del Texas a Dallas.

Il software

Come riporta l'Ansa, il software ha permesso di ricostruire le migliaia di ore di registrazioni contenute nelle vecchie bobine degli anni '60 e '70, nelle quali parlano fino a 35 persone, spesso con accenti regionali del Texas, senza contare interferenze tecniche e sovrapposizioni audio. Senza di esso sarebbe stato impossibile tornare ad ascoltare gli oltre 200 nastri contenenti 30 tracce audio ciascuno. Fino a cinque anni fa si potevano ascoltare solo con un'apparecchiatura degli anni '60 che avrebbe richesto circa 170 anni per ascoltare e trasferire su file l'audio di una singola missione. ''Abbiamo dovuto progettare un nuovo sistema in grado di leggere le 30 tracce contemporaneamente”, dice Hansen. Il dispositivo ha dunque permesso di ascoltare i nastri e di trasferire l'audio sui file digitali, e tutto nel giro di pochi mesi. Ma una volta completato il lavoro di digitalizzazione degli audio è sorto un secondo problema: decifrare le comunicazioni. L'impresa è stata possibile grazie al software progettato dai ricercatori texani, che ha analizzato i file e riconosciuto chi ha detto cosa e quando.

Il programma Apollo

“Apollo” fu un programma spaziale statunitense che portò allo sbarco dell'uomo sulla luna. Concepito durante la presidenza di Dwight Eisenhower e condotto dalla Nasa, la missione iniziò dopo che il presidente John Kennedy dichiarò, durante una sessione congiunta al Congresso avvenuta il 25 maggio 1961, come obiettivo nazionale il far “atterrare un uomo sulla luna” entro la fine del decennio. E tale obiettivo fu raggiunto durante la missione Apollo 11 quando, il 20 luglio 1969, gli astronauti Neil Armstrong e Buzz Aldrin sbarcarono sul satellite naturale della Terra, mentre Michael Collins rimase nell'orbita lunare. Apollo 11 fu seguita da ulteriori sei missioni, l'ultima nel dicembre 1972, che portarono un totale di dodici uomini a passegiare sulla luna. 

Il programma Apollo si svolse tra il 1961 e il 1975 e fu il terzo programma spaziale di voli umani (dopo Mercury e Gemini) sviluppato dall'agenzia spaziale civile degli Stati Uniti. Il programma utilizzò la navicella spaziale Apollo e il razzo vettore Saturn, successivamente utilizzati anche per il programma Skylab e per la missione congiunta americana-sovietica Apollo-Soyuz Test Project. Questi programmi successivi sono spesso considerati facenti parte delle missioni Apollo. Il corso del programma subì due lunghe sospensioni: la prima dopo che un incendio sulla rampa di lancio di Apollo 1, durante una simulazione, causò la morte degli astronauti Gus Grissom, Edward White e Roger Chaffee; la seconda dopo che, durante il viaggio verso la Luna di Apollo 13, si verificò un'esplosione sul modulo di servizio che impedì agli astronauti la discesa sul nostro satellite e li costrinse ad un rischioso rientro sulla Terra, avvenuto grazie alle loro competenze e agli sforzi di controllori di volo, tecnici e membri degli equipaggi di riserva.

L'Apollo segnò alcune pietre miliari nella storia del volo spaziale umano che fino ad allora si era limitato a missioni in orbita terrestre bassa. Il programma stimolò progressi in molti settori delle scienze e delle tecnologie, tra cui avionica, informatica e telecomunicazioni. Molti oggetti e manufatti del programma sono esposti in luoghi e musei di tutto il mondo ed in particolare presso il National Air and Space Museum di Washington.