Risolto il mistero della Nebulosa Rosetta

E'forse stato risolto il mistero di Rosetta. La nebulosa con un foro al centro attorno al quale nubi di polveri si allungano nello spazio come petali di un fiore, una delle più affascinanti e misteriose nubi interstellari finora osservata, ha lasciato perplessi gli astronomi per anni. Il suo mistero è forse stato risolto grazie all’avvento dei supercomputer e allo studio di Christopher Wareing e dei suoi colleghi astronomi delle università di Leeds e Keele.

Il mistero di Rosetta

La nebulosa Rosetta si trova nella Via Lattea, a circa 5mila anni luce dalla Terra. Al centro si trova un brillante ammasso aperto, noto come Ngc 2244. Ed è qui il mistero che ha appassionato per anni. Le dimensioni della cavità al centro della nebulosa sono infatti troppo piccole se messe a confronto con l’età delle stelle che sono ospitate nell’ammasso centrale.

“Le stelle massicce che popolano il cuore della nebulosa Rosetta – spiega Christopher Wareing su Inaf – hanno alcuni milioni di anni e sono già a metà del loro ciclo di vita. Se prendiamo in considerazione il lungo periodo da cui i venti stellari sono attivi, allora ci si aspetterebbe una cavità centrale fino a dieci volte più grande”. 

Foglio

Ma grazie alle simulazioni sui nuovi supercomputer, Wareing e colleghi astronomi hanno scoperto che Rosetta dovrebbe essersi formata all’interno di ​​una nube molecolare sottile, simile a un foglio più che a una sfera. Un risultato che contrasta con quanto si può intuitivamente vedere dalle fotografie che la ritraggono.

La struttura estremamente sottile e disposta sul piano di un disco sottile che focalizzi i venti stellari lontano dal centro della nuvola giustificherebbe infatti le dimensioni relativamente piccole della cavità presente al centro di Rosetta.

Le 3 simulazioni

Per raggiungere un tale scenario, pubblicato fra le Monthly Notices della Royal Astronomical Society, i ricercatori hanno simulato al computer inizio e sviluppo di una nube atomica a bassa densità in tre forme distinte: quella di un disco filamentoso, di una sfera irregolare e di un disco sottile. Inaspettatamente, è stata proprio quest’ultima simulazione a dare vita a una struttura del tutto simile alla nebulosa reale, con un allineamento del campo magnetico compatibile con l’ammasso stellare presente nella cavità centrale.

I supercomputer

“Siamo stati fortunati a poter applicare ai nostri modelli i primi dati messi a disposizione dalla survey di Gaia, attualmente in corso”, spiega Wareing. “Poter contare sull’aiuto dell’Advanced Research Computing centre di Leeds, poi, ci ha permesso di produrre simulazioni in tempi prima inimmaginabili. Le nove simulazioni hanno richiesto circa mezzo milione di ore di Cpu equivalenti a 57 anni di lavoro di un normale computer desktop. Avere a disposizione la tecnologia dei supercomputer – ha concluso – ci ha permesso di avere gli stessi risultati nel giro di poche settimane”.