Rinviato lancio della sonda che “toccherà il sole”

E'stato rinviato di 24 ore, vale a dire a domani 12 agosto, il lancio da Cape Canaveral della sonda Parker Solar Probe della Nasa diretta verso il Sole. Il lancio, programmato inizialmente alle 9:53 (ora italiana) di oggi, era già slittato alle ore 10:28 per un primo problema tecnico dovuto “ad un flusso anomalo di dati proveniente dal razzo vettore”, come spiegato all'Ansa l'astrofisico italiano Marco Velli del Jet Propulsion Laboratory (Jpl) della Nasa, che sta seguendo le fasi del lancio da Cape Canaveral. Velli, uno degli italiani presenti nel team, è responsabile scientifico di uno degli strumenti di bordo della sonda solare progettata per “toccare il Sole”.

La Parker Solar Probe, infatti, con le sue 24 orbite, si avvicinerà fino a 6,1 milioni di chilometri di distanza dalla fotosfera del Sole e studierà lo strato esterno dell’atmosfera solare, cioè la corona. Una missione mai sperimentata prima al limite dell'impossibile.

Pesante poco più di 600 chilogrammi (più o meno quanto una piccola automobile), il Parker Solar Probe partirà dalla base di lancio di Cape Canaveral, in Florida, a bordo di uno dei razzi più potenti mai creati, lo United Launch Alliance Delta IV Heavy, in grado di sprigionare al moneto del decollo un’energia 55 volte superiore a quella necessaria per raggiungere il pianeta Marte. Arriverà a destinazione – spiega Inaf – con un’orbita ellittica toccando i 692mila chilometri orari: quanto basta per coprire la distanza Roma-Napoli in un secondo! Sarà la sonda più veloce ad aver mai viaggiato attraverso il Sistema solare nella storia dell’esplorazione spaziale.

Lo scudo termico da 2,4 metri di diametro, rivolto verso il Sole, proteggerà gli strumenti di bordo, mantenendoli sul lato “al fresco” della sonda a una temperatura attorno ai 30 °C.”La Nasa ha pensato per decenni all’invio di una missione per lo studio della corona solare, ma non c’era la tecnologia necessaria per proteggere la sonda e gli strumenti dal calore solare”, spiega Adam Szabo, del team scientifico della missione per il Goddard Space Flight Center, su Inaf. Gli anni successivi hanno portato a ritrovati tecnologici in grado di garantire la sopravvivenza della sonda per ben 7 anni a oltre…1300 °C.