Rientrata la Soyuz con a bordo Paolo Nespoli

La navetta russa Soyuz, con a bordo l'astronauta Paolo Nespoli dell'Agenzia spaziale europea (Esa) è atterrata, come da programma, nella steppa del Kazakistan dopo una missione di 139 giorni (la “Vita” dell'Agenzia spaziale italiana). A bordo, oltre ad “Astropaolo” c'erano anche l'americano Randy Bresnik (Nasa) e il russo Sergei Ryazansky (Roscosmos).

Saluto alle stelle

La partenza dalla Stazione spaziale internazionale (Iss) è avvenuta intorno alle 06.18 ora italiana. Prima di entrare Nespoli ha lasciato il suo saluto dallo spazio, un semplice “arrivederci“, nell'ultimo dei numerosi tweet che ha inviato durante la missione. 

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Stanco ma felice

Nespoli è stato il secondo a uscire dalla navetta, dopo Ryazansky, quindi è stata di Bresnik. Ad accoglierli il freddo della steppa, con meno 16 gradi, ma anche tanto entusiasmo. L'astronauta italiano aveva un aspetto stanco, ma si è mostrato soddisfatto e sorridente. Dopo i saluti di rito, tutti e tre gli astronauti dovranno adesso affrontare i test clinici necessari per raccogliere dati importanti sul modo in cui l'organismo umano reagisce alla vita in condizioni di microgravità. Per Nespoli e Bresnik è prevista a breve la partenza per Houston dove, subito dopo gli esami sulle loro condizioni di salute, affronteranno un periodo di riabilitazione.

La missione

Vita (Vitality, Innovation, Technology, Ability) è stata la terza missione di lunga durata dell'Asi. Durante la sua permanenza sull'Iss Nespoli ha seguito oltre 200 esperimenti, di cui 11 selezionati dall'Agenzia spaziale italiana. Vita è il frutto della partnership strategica fra Asi e Nasa, sancita dall'accordo bilaterale Mplm, il quale stabilisce che a fronte della fornitura dell’Asi all’ente spaziale statunitense di tre moduli pressurizzati abitativi Mplm (Multi Purpose Pressurized Module), uno di questi trasformato in modulo permanente della Iss, la Nasa garantisca all’Agenzia Spaziale Italiana delle opportunità di volo sulla Stazione Spaziale Internazionale. Il logo della missione era ispirato al “Terzo Paradiso”, opera dell'artista italiano Michelangelo Pistoletto