Gps “stellari” per orientarsi nell'universo

Grazie all'avvento delle molteplici applicazioni che permettono di orientarsi facilmente, la vita di molti automobilisti, costretti ad utilizzare la loro auto per spostarsi anche in città che non conoscono, è notevolmente più semplice. Ma è possibile applicare lo stesso principio alle missioni spaziali che in futuro viaggeranno per lo spazio? 

I Gps cosmici

Secondo un test effettuato dalla Nasa, i cui risutlati sono stati presentati al convegno della Società americana di astronomia, molto presto anche gli astronauti potranno utilizzare speciali “gps cosmici“. 

Le pulsar 

Questi particolari gps, in realtà, sono rappresentatti dalle pulsar, ossia stelle ormai morte che ruotano vorticosamente emettendo potenti getti di radiazione, una sorta di faro nello spazio. 

Lo studio

Il test è stato basato sui dati raccolti a bordo della Stazione Spaziale Internazionale (Iss) dall’esperimento Nicer (Neutron Star Interior Composition Explorer), che ha analizzato i tempi di arrivo degli impulsi mandati da alcune pulsar, riuscendone a calcolare la distanza con un margine di errore di circa 5 chilometri. Installato sulla Stazione Spaziale nel giugno 2017, Nicer ha l'obiettivo di studiare della natura delle stelle di neutroni, nelle quali la materia è estremamente densa. Basti pensare che un cucchiaino di materia di queste stelle defunte ha una massa pari a circa 1 miliardo di tonnellate, quasi quanto 170 milioni di elefanti della savana africana. 

I prossimi test

I recenti dati raccolti grazie a Nicer mostrano che l’utilizzo delle pulsar per navigare tra le stelle potrebbe essere una strada percorribile. I ricercatori della Nasa hanno in programma di ripetere il test nei prossimi mesi, per ridurre il margine di errore a 1 chilometro o poco meno.