A caccia di vita su una luna di Giove

Presto un robot sottomarino potrebbe camminare tra i ghiacci di Europa, una delle lune di Giove, che nasconde sotto la sua superfice un oceano alla ricerca di tracce di vita. Un desiderio già espresso da Charles Elachi, uno dei papà della missione Cassini su Saturno, che agli studenti di tecnologie aerospaziali della facoltà d’ingegneria dell’Università Sapienza di Roma ha dichiarato: “Non sarei sorpreso se un giorno trovassimo forme di vita su Europa o sulle lune di Saturno Titano ed Encelado. Adesso non abbiamo prove, ma non è una pazzia pensarlo”. 

Un universo “sorprendente”

Per Elachi questa è l'epoca in cui “in una generazione abbiamo fatto ciò che avevamo sognato per migliaia di anni. Viviamo in un universo sorprendente”. Per 15 anni a capo di uno dei laboratori di eccellenza della Nasa, il Jet Propulsion Laboratory (Jpl), Elachi ha raccontato i vent'anni della sonda Cassini, “una delle più eccitanti della Nasa, destinata a rimanere nei libri di storia per secoli”. Come riporta l'Ansa, in 20 anni  ha collezionato molti record. Cassini è stata la prima, il 14 gennaio 2005, con la sonda Huygens a scendere tra monti, fiumi e laghi d’idrocarburi di Titano. Ha inoltre scoperto un oceano sotto i ghiacci di Encelado, che potrebbe ospitare la vita e da cui originano geyser che “sulla Terra arriverebbero fino agli aerei. Sono proprio gli oceani – ha detto Elachi – i luoghi dov’è più probabile trovare vita. Su Cassini non c’era un laboratorio attrezzato per identificarla direttamente, ma future missioni potrebbero invece trovarla, prelevando ad esempio campioni di materiale da questi geyser e riportandoli a Terra”. E ha concluso: “Del resto noi scienziati siamo abituati a guardare ciò che nessuno aveva mai visto prima e a farlo diventare realtà“.