Le generazioni divise della tecnologia

bambini

Il 91% degli italiani usa Facebook, Youtube e Whatsapp, ma cresce il numero di persone che trasforma la rete in un pericoloso sociale. L’ultimo dei numerosi casi riportati dalle cronache è avvenuto in Campania. Ha adescato una ragazzina di 12 anni attraverso un social network poi l'ha molestata. I carabinieri hanno notificato una misura cautelare personale della custodia in carcere, emessa dal gip di Nola, nei confronti di un 41enne incensurato di Casalnuovo, nel Napoletano, corruzione di minorenne. Le indagini sono partite da una denuncia sporta lo scorso 3 maggio dalla madre della 12enne. Dopo aver conquistato la fiducia della ragazzina ad aprile, hanno scoperto gli investigatori, e ottenuto il suo numero di cellulare, l'uomo l'ha ripetutamente contattata con videochiamate e l'inoltro di numerosi video e foto a sfondo sessuale.

Nuova impostazione

Le piattaforme cercano di correre ai ripari per impedire che le piazze virtuali siamo sempre peggio frequentate. A partire dal 5 dicembre viene chiesto ai nuovi utenti di Instagram di comunicare la loro età prima che si iscrivano e la policy prevede un’età minima di 13 anni per registrare un account. I minori di 13 anni, pertanto, non possono più iscriversi. Sono alcuni degli aggiornamenti introdotti da Instagram come parte del suo investimento per la sicurezza dei giovani sulla piattaforma.

Se gli account Facebook e Instagram sono collegati, inoltre, verrà automaticamente aggiunta la data di nascita che si trova sul profilo Facebook. E se si modifica la data di nascita su Facebook, questa verrà cambiata anche su Instagram. Se non si possiede un account Facebook, o se i due account non sono collegati, è possibile aggiungere o modificare la propria data di nascita direttamente su Instagram. Nelle prossime settimane, poi, verrà introdotta una nuova impostazione nei messaggi in direct che permetterà agli utenti di scegliere di non ricevere più messaggi o di non essere aggiunto ai gruppi di chat da persone che non seguono. “Questi cambiamenti permetteranno a Instagram di adeguare le diverse esperienze offerte dalla piattaforma all’età dei suoi utenti con un’attenzione particolare ai più giovani e assicurando, allo stesso tempo, che i minori di 13 anni non vi possano accedere. In passato Instagram non ha mai chiesto l’età delle persone perché si è sempre posta come un luogo dove potersi esprimere liberamente. Per questa ragione, non verrà comunque mostrata la data di compleanno alle altre persone della community”, spiega una nota del social network.

Controllo dell’account

“Questi cambiamenti rappresentano un passo in avanti nello sforzo di tutelare i più giovani, ma non significa che Instagram si fermerà qui. Nel corso dei prossimi mesi verrà studiato come le nuove informazioni potranno contribuire ad accrescere ulteriormente i livelli di protezione; ad esempio i più giovani verranno incoraggiati ad utilizzare tutti gli strumenti di controllo dell’account e della privacy che la piattaforma mette a loro disposizione”, precisa la nota. “I media influenzano gli umori degli italiani”, riferisce l’Ansa, citando il 53° Rapporto Censis sulla situazione sociale del Paese. I social danno più spazio alle immagini che al testo. Le storie superano i post scritti (1 utente di Fb e Instagram su 3 preferisce le storie ai post e fra i 15-24enni il dato sale al 52%). Cresce il numero di utenti di Instagram (+15% in tre anni) e di Pinterest (+7%). Un terzo degli internauti italiani ha almeno 7 account social (fonti: Osservare Oltre , Tutorweb, Blogmeter).

Apice dell’attenzione

Tra gli utenti dei social network “compulsivi” (coloro che controllano continuamente quello che accade sui social, intervengono spesso e sollecitano discussioni) si trovano punte superiori alla media sia di ottimisti (22,3%) che di pessimisti (24,3%). Per leggere le notizie scelgono Facebook (46%) come seconda fonte, poco lontano dai telegiornali (55,1%), e apprezzano i siti web di informazione (29,4%). Facebook (48,6%) raggiunge l'apice dell'attenzione tra gli utenti «esibizionisti» (pubblicano spesso post, foto e video per esprimere le proprie idee e mostrare a tutti quello che fanno). I “pragmatici” (usano i social per contattare amici e conoscenti) si definiscono poco pessimisti (14,6%) e più disorientati (30,7%). Mentre gli “spettatori” (guardano post, foto e video degli altri, ma non intervengono mai), sono poco pessimisti (17,1%). In generale, le diete mediatiche, sottolinea l’Ansa, hanno subito una grande trasformazione. Nel 2009 le persone con diete mediatiche solo audiovisive (radio e televisione tradizionale), cioè gli utenti con le diete più povere, erano il 26,4% degli italiani.

L’origine di una carenza

Il loro numero è sceso progressivamente e nel 2018 rappresentano il 17,9% del totale. Il 73,5% della popolazione ha superato il digital divide (erano il 48,7% nel 2009: +24,8% in dieci anni) e un terzo degli italiani ha una dieta mediatica ricca ed equilibrata, al cui interno trovano spazio tutti i principali media (audiovisivi, a stampa e digitali): sono il 35,5% nel 2018, ma il dato è stabile perché erano il 35,8% anche dieci anni fa. Le diete mediatiche più complete sono appannaggio della classe dei 30-44enni (41,5%), seguiti da chi ha tra i 45 e i 64 anni (39%), mentre i giovani under 30 si collocano, con il loro 34,4%, al di sotto del dato medio. La spiegazione di questa carenza tra i più giovani è data dal numero di quanti utilizzano tutti i media eccetto quelli a stampa, che in questa fascia d'età arrivano al 52,8%, nettamente al di sopra del 38% riferito alla popolazione totale.L’82% degli italiani consulta i social più volte al giorno.

Il peso degli influencer

Youtube è secondo solo a Fb per utilizzo (89% degli italiani). Whatsapp guida la classifica della messaggistica (lo usa il 96% degli italiani). Sale Telegram (+8% in un anno). Il 69% degli italiani usa i social per leggere contenuti altrui. Il 34% degli italiani usa l’e-commerce. Gli influencer più gettonati sono i coniugi Ferragni e Fedez e Cristiano Ronaldo. Per gli italiani parlano di argomenti interessanti (70%) e sono simpatici (70%). Il 52% si fida di loro. Sotto i 13 anni in Italia la legge vieta di usare i social network (Facebook, Instagram, Twitter, Snapchat, WhatsApp). Tra i 13 e i 14 è possibile farlo con la supervisione dei genitori.  L'84% dei preadolescenti tra i 10 e i 14 anni ha un profilo social. Nessuno al momento dell'iscrizione ha indicato la sua vera età, neppure quel 22% che lo ha fatto con un genitore presente. Il 91% non parla con i genitori di ciò che vede o dice su Internet.

Ombre sulla profilazione

Il 91% si arrabbierebbe molto se i genitori gli vietassero l'uso dei social. In Italia la profilazione dei minori è vietata fino ai 14 anni. Nel procedimento di iscrizione a un social network si dà un esplicito consenso alla profilazione delle proprie attività, consenso che un ragazzo minore di 14 anni non può dare. Per l'87% dei minori tra i 10 e i 14 anni i like sono molto importanti nella vita quotidiana. L'86% è molto influenzato dalle indicazioni che arrivano dal social. Il 60% clicca sulle pubblicità che viene proposta. Il 78% risponde a sondaggi o domande da parte del social network. Sono dati di marketing preziosi per campagne pubblicitarie mirate ed efficaci.