L'IA ricompone i frammenti dei reperti

L'intelligenza artificiale (IA) è in grado di aiutare gli studiosi a ricostruire i reperti archeologici danneggiati. I ricercatori dell'università israeliana di Haifa hanno infatti sviluppato un algoritmo capace di riassemblare automaticamente i frammenti di manufatti antichi al fine di restituirli al loro antico spendore.  Al momento della scoperta, dopo secoli sotto le  macerie, i reperti archeologici – vasellame, ori, pitture murali etc. – vengono rinvenuti spesso in uno stato frammentario, e gli archeologi devono riassemblarli manualmente prima di poterli esaminare. “I reperti archeologici sono spesso rotti, erosi e rappresentano una vera sfida per un algoritmo”, spiegano i ricercatori di Haifa.

Puzzle e reperti

I ricrcatori sono partiti dall'analizzare le tre principali differenze che intercorrono tra i puzzles classici (quelli che si vendono nei negozi di giocattoli, per intenderci) e i reperti archeologici. I puzzle di immagini naturali, con tessere quadrate, hanno un numero di trasformazioni fisse tra ogni coppia di tessere, mentre nei reperti archeologici è tutto più complicato perché spesso i pezzi sono rovinati e con i colori sbiaditi, difficili da far combaciare con il tassello vicino.

Differenze sostanziali

L'algoritmo elaborato all'università di Haifa risolve le difficoltà usando una nuova misura che considera le caratteristiche uniche dei puzzle archeologici, come gli spazi vuoti tra i pezzi, i colori sbiaditi, i bordi falsi, le lunghezze diverse per far combaciare i bordi e le trasformazioni imprecise. Il sistema è stato provato su dozzine di reperti veri del British Museum e affreschi di diverse chiese nel mondo, ottenendo buoni risultati, e riassemblando con successo la maggior parte degli oggetti rotti e degli affreschi. Inoltre, lo stesso programma può essere utlizzato anche per ricomporre documenti strappati o immagini ed essere impiegato anche in biologia. Un ulterore passo avanti dell'intelligenza artificiale in aiuto all'umanità.