Lo sketch di Virginia Raffaele diventa un'invocazione a satana

E'possibile rovinare una performance quasi del tutto impeccabile in pochissimi secondi? Sì, magari con una frase fuori luogo o con un'espressione non proprio gradevole. Ancor di più se, nell'ambito di un pezzo teatrale, si sceglie di combinare la comicità (fin lì da applausi) con un'invocazione che lascia allibiti, per ciò che rappresenta. Lo scenario è il Festival di Sanremo appena concluso e la protagonista è la comica e l'imitatrice Virginia Raffaele, co-conduttrice e, in quel momento, mattatrice della serata con uno sketch a ritmo di musica, intonando la canzone Mamma di Beniamino Gigli, pietra miliare della musica italiana, come fosse un grammofono rotto. Performance riuscitissima se non che, in un frangente, l'interruzione vocale dovuta al vecchio strumento non più in grado di funzionare correttamente, si traducesse nitidamente nella parola “satana”, pronunciata peraltro più volte e precisamente per ben 5 volte.

 

APRI VIDEO: Virginia Raffaele ripete cinque volte di seguito il nome di “satana”

 

Un dettaglio, questo, lì per lì sfuggito al grande pubblico, talmente impressionato dalla versatilità dell'artista da non aver fatto minimamente caso a tale sconvolgente esternazione, tanto incredibile quanto inspiegabile in una gag come quella. Al riascolto, però, l'assurda uscita è venuta fuori, diventando in breve tempo fonte di dibattito sul web, pur senza coinvolgere grandi testate o senza guadagnarsi chissà quale risonanza. Resta il fatto che, guardando (e soprattutto ascoltando) il video, la parola si senta in modo distinto, pronunciata tra l'altro durante una canzone che è un inno all'amore materno e che assolutamente nulla ha a che vedere con la parola in questione. Un gesto irrispettoso, fuori luogo e sul quale sarebbe interessante avere qualche delucidazione, magari anche dall'interessata visto che, per forza di cose, lo scivolone ha finito per rovinare irrimediabilmente e trasformare in un deplorevole accostamento al male una performance che sarebbe potuta essere fra le migliori del Festival.

A tal proposito è proprio don Aldo Buonaiuto sacerdote della Comunità Giovanni XXIII fondata da don Oreste Benzi, il quale coordina il servizio nazionale Antisette con un numero verde nazionale in ascolto delle vittime,  e nella veste di esorcista che fa appello all’attrice Raffaele “perché chiarisca quella che apparirebbe una gag spiritosa ma poi stonata perché sembra non tenere conto della sensibilità di tante persone che soffrono a causa della presenza del maligno. Pur non comprendendo quale fosse l’intento, il ridicolizzare o, ancor più grave, inneggiare il nome di satana in prima serata su Rai Uno, penso sia stato uno scivolone sconcertante. Non si è tenuto conto della fede dei tanti cristiani che seguivano uno dei programmi più amati dagli italiani mancando così di rispetto specialmente alle tante persone che sono realmente oppresse dalle forze del male. Penso sia opportuno che la brava comica Virginia Raffaele spieghi il senso di questa sua esibizione e che si ritorni a riflettere sulle ripercussioni di certe scelte che non possono ritenersi apparentemente banali”.

Va da sé che una tale parola non possa trovare in alcun modo posto in una gag comica, né essere spunto per un'ironia da trasmettere in prima serata o, tantomeno, essere coinvolta nella quotidianità delle famiglie, specie in un programma come il Festival di Sanremo. Il rischio, in questo caso fin troppo concreto, è di far passare l'ennesimo messaggio connesso al male in una società che, mai come oggi, avrebbe bisogno di riscoprire le radici sane di un Paese che, invece, sembra aver smarrito anche i più basilari fondamenti della nostra cultura e fede.