Caso Gregoretti, il Tribunale dei Ministri accusa Salvini

Torna prepotentemente alla ribalta il caso Gregoretti, la nave della Guardia Costiera italiana che, nel luglio scorso, rimase per alcuni giorni bloccata nel porto di Augusta, in Sicilia, attendendo l'ok del Viminale a sbarcare i 131 migranti bloccati a bordo. Una vicenda che, avvenuta poco prima dell'inizio della crisi di governo, vedeva come titolare del Ministero dell'Interno il leader leghista Matteo Salvini che, ora, si ritrova al centro del dibattito dopo che il Tribunale dei ministri di Catania, come avvenne per il caso Diciotti, ha richiesto al Senato l'autorizzazione a procedere per un ipotetico abuso di potere. Secondo i giudici, in particolare, impedendo lo sbarco “il senatore Matteo Salvini, nella sua qualità di ministro, ha violato le convenzioni internazionali in materia di soccorso in mare e le correlate norme di attuazione nazionali”. La nave restò ancorata al molo di Augusta per quattro giorni (dal 27 al 31 luglio, quando lo sbarco venne concesso) prima che dal Viminale arrivasse l'ok.

La reazione

“Il fatto che io rischi 15 anni di carcere per aver difeso i confini del mio Paese sulla scorta di accordi internazionali – ha detto l'ex ministro – mi fa dire che in Italia c'è un problema. Io ringrazio la maggioranza della magistratura che è obiettiva, corretta ed indipendente. Ma c'è una parte che fa politica e butta soldi. Sono curioso di vedere che posizione terrà il M5s che sulla vicenda analoga di nave Diciotti votò contro l'autorizzazione a procedere”. Una risposta quella del Movimento 5 stelle, che non ha tardato ad arrivare, mettendo in risalto una posizione diametralmente opposta a quella che assunse all'epoca del voto per il caso Diciotti: “Qui non si stratta di fare o no un favore a qualcuno – ha detto il leader pentastellato Luigi Di Maio – noi a gennaio o febbraio di quest'anno saremo chiamati a riconoscere l'interesse pubblico prevalente a bloccare una nave: ma stiamo parlando di una nave bloccata a luglio quando gli altri paesi europei che venivano chiamati si offrivano per la redistribuzione dei migranti”.

Il voto

In sostanza, il M5s voterà a favore del procedimento nei confronti di Salvini, ponendo come motivazione i diversi contesti fra Gregoretti e Diciotti: “”Quando un anno prima bloccammo la Diciotti, era perché l'Europa non ci ascoltava. Facemmo la voce grossa e poi riuscimmo ad ottenere la redistribuzione in altri Paesi europei. Un anno dopo, la redistribuzione funzionava, quindi il blocco della Gregoretti non fu un'azione decisa dal governo, ma dal ministro dell'Interno Salvini. In questo caso l'interesse pubblico prevalente non c'era, fu un'azione personale, tanto che dopo li fece sbarcare. Noi voteremo contro l'interesse pubblico prevalente”.