La povertà educativa in Italia: lo studio di Fondazione L’Albero della Vita

L'Ong ha svolto una ricerca sulla povertà educativa in Italia. Ecco cosa evidenziano i dati presentati alla Camera dei Deputati

Fondazione L’Albero della Vita (Fadv) ha presentato, alla Camera dei deputati, la ricerca sulla povertà educativa in Italia. L’indagine mette in risalto il bisogno di fare rete, di unire le forze tra pubblico e privato sociale per rimettere al centro del progetto i sogni e il futuro dei bambini. Purtroppo, infatti, i dati dimostrano che la povertà educativa in Italia è in crescita e rappresenta oggi la prima causa sulla quale si costruisce ogni altra forma di disparità sociale. La condizione di vulnerabilità, unitamente alle privazioni nel campo dell’alimentazione, delle cure mediche, della corretta genitorialità e della scolarizzazione pesano in modo significativo sullo sviluppo funzionale e armonico del bambino. Lo studio di Fadv ha coinvolto 454 beneficiari del programma nazionale di contrasto alla povertà denominato “Varcare la soglia”, attivo a Milano, Perugia, Genova, Napoli, Catanzaro e Palermo; il 74% delle famiglie intervistate vive in condizioni di povertà estrema e il 50% dei minori dichiara di non consumare 3 pasti al giorno. Per quanto riguarda la situazione familiare dei bambini intervistati il 59% ha dichiarato di vivere in una casa fredda, molti di loro non hanno uno spazio adeguato o una camera tutta loro dove dormire e fare i compiti, altri non hanno un abbigliamento adatto per andare a scuola, il 70% dei bambini non ha uno spazio dove giocare e il 49% di loro non si sente al sicuro nel quartiere in cui vive. Isabella Catapano, direttrice generale de L’Albero della Vita ha dichiarato: “Colpendo i minori nel periodo più vulnerabile della loro esistenza la povertà materiale ma soprattutto quella educativa determina uno svantaggio che difficilmente potrà essere colmato”.

Nell’ambito del programma nazionale di contrasto alla povertà “Varcare la Soglia”, la strategia multidimensionale sulla quale si basa prevede una presa in carico dell’intero nucleo familiare, coinvolgendolo in un percorso di reinserimento sociale, economico e relazionale.

Alcuni dati

La scuola, in Italia, non è uguale per tutti. Infatti, per quanto riguarda i dati scolastici lo studio mette in risalto che nella fascia tra 0 e 2 anni il 53% dei bambini non è iscritto al nido. Per quanto riguarda la scuola primaria il 4% non va a scuola, percentuale che sale al 14% per la scuola secondaria di primo grado. E ben il 41% dei minori non frequenta la scuola secondaria di secondo grado. La scuola, che dovrebbe aiutarli a scoprire i loro interessi, capire il mondo e insegnare loro a progettare il futuro, non accoglie e non protegge tutti i nostri bambini allo stesso modo. Tra le famiglie intervistate emerge in generale un senso di sfiducia nei confronti dell’istituzione scolastica a cui va ad aggiungersi un senso di inadeguatezza legato alla scarsità di materiale scolastico (il 63% del campione fatica ad acquistarlo).

I risultati del nostro rapporto sono preoccupanti – prosegue Catapano – è inaccettabile che ancora oggi ci siano bambini che non abbiano mai letto un libro, visitato una mostra, o addirittura non frequentino la scuola. Da anni siamo impegnati in prima linea per contrastare la povertà educativa e riteniamo oggi imprescindibile che si lavori fianco a fianco Pubblico e Privato sociale, per migliorare l’accesso ai servizi socioeducativi per le famiglie a rischio di marginalità sociale, rafforzare le competenze genitoriali e far emergere le risorse dei giovani”. È fondamentale oggi sviluppare le comunità educative intorno alle famiglie; dove la scuola deve essere al centro del progetto, in cui gli attori istituzionali, sociali, culturali ed economici si assumano la responsabilità di percorsi di crescita e studio dei minori. “Proponiamo di investire sulle politiche del lavoro e di sostenere l’occupazione femminile attraverso l’erogazione di servizi formativi e ricreativi per i bambini; invitando, inoltre, a utilizzare di più e meglio gli attori del Terzo Settore come ‘sentinelle’ sui territori, capaci di intercettare i bisogni emergenti, allo stesso tempo mediare tra gli attori della rete e le istituzioni coinvolgendoli maggiormente in fase di definizione delle politiche di Welfare”, conclude la direttrice di Fadv.

La Fondazione L’Albero della Vita

La Fondazione L’Albero della Vita nasce nel 1997 con l’obiettivo di proteggere la vita dei bambini e trasformare il dialogo in una nuova opportunità, riconoscendo loro un autentico potenziale di innovazione da tutelare e sviluppare in ogni ambiente. Dal 2009 la Fondazione è stata riconosciuta come Ong dal Ministero degli Affari Esteri e opera in Europa, Asia, Africa e America Latina per garantire la protezione, l’istruzione, la salute e la corretta alimentazione dei bambini. In India e in Bangladesh, ad esempio, i beneficiari dei progetti di Fadv sono 14mila; il presidente della Fondazione L’Albero della Vita Salvatore Angelico, presente all’evento alla Camera dei deputati, dopo essere rientrato da una intervento in India a beneficio delle comunità locali e dei loro bambini, ci ha detto che “è fondamentale fare rete ed essere presenti personalmente sul territorio”, perchè un abbraccio vale più di mille parole.