La Pandemia non ferma il Centro Universitario Sinapsi

Le strutture universitarie sono chiuse ma l'Università Federico II tramite il centro Sinapsi non lascia soli i propri studenti disabili. Il racconto della dottoressa Striano per Interris.it

disabilità

L’Università Italiana in questo periodo di chiusura forzata non sta dimenticando i suoi studenti. Dai corsi alle lauree tutto procede on line, senza lasciare nessuno allo sbando perché mai come oggi ci si è resi conto di quanto sia importante la formazione per avere una classe di studenti pronti ad affrontare il mondo del lavoro nel pieno delle loro conoscenze e consapevolezze. Tantissimi sono anche gli studenti disabili che in questo momento sono rimasti a casa, come i loro colleghi, in alcuni casi, però, soffrendo di più il distanziamento sociale. Come si è attività l’Università per sostenere anche le loro esigenze? Interris.it ne ha parlato con la dottoressa Maura Striano, Direttrice del Centro di Ateneo Sinapsi dell’Università degli Studi di Napoli Federico II, il centro per tutti gli studenti che si sentono esclusi dalla vita universitaria a causa di disabilità, Disturbi Specifici dell’Apprendimento (dislessia, disgrafia, disortografia, discalculia) o difficoltà temporanee.

Quando nasce il centro Sinapsi e come si è sviluppato negli anni?
“Il Centro per l’inclusione attiva e partecipata degli studenti (Sinapsi) viene istituito nel 2009 (a dicembre abbiamo quindi festeggiato il decennale) sulla base di una precedente esperienza che prevedeva l’erogazione di servizi di tutorato specializzato sotto il coordinamento del Delegato di Ateneo alla disabilità. Negli anni il Centro è cresciuto ed ha differenziato i suoi servizi cercando di intercettare i bisogni di varie tipologie di studenti. Sono quindi nate: la Sezione per il Successo Formativo, che offre servizi di counselling psicologico individuale e di gruppo per garantire il benessere di tutti gli studenti e sostenerli nelle difficoltà che possono incontrare nella vita universitaria; la Sezione Antidiscriminazione e Cultura delle Differenze, che offre agli studenti servizi orientati a prevenire e contrastare le diverse forme di discriminazione e violenza mirate ad impedire la loro piena partecipazione attiva e la loro inclusione nel contesto universitario ed è molto attiva nel promuovere azioni di sensibilizzazione nel contesto universitario e sul territorio; la Sezione per la Promozione dell’Occupabilità (intesa come intreccio tra il capitale umano, sociale e psicologico della persona) che offre servizi atti a sostenere i laureati ed i laureandi (con particolare attenzione a quelli in condizione di disabilità) nel trovare strategie per entrare in modo soddisfacente in un mercato del lavoro in costante trasformazione e non sempre inclusivo. Le tre Sezioni suindicate si sono affiancate alla Sezione Disabilità e Disturbi Specifici dell’Apprendimento, che ha il compito di offrire agli studenti in condizione di disabilità o con DSA servizi personalizzati atti a sostenerli nell’apprendimento e nella piena partecipazione alla vita universitaria”.

In che modo riuscite a sostenere i vostri studenti in condizione di disabilità durante il percorso di studio e nella fase di inserimento nel mondo del lavoro?
“Per quanto riguarda gli studenti in condizione di disabilità abbiamo sviluppato un approccio interdisciplinare (avvalendoci del contributo di psicologi, pedagogisti, bio-ingegneri) sulla scorta di una visione bio-psico-sociale della persona, alla quale offriamo un progetto personalizzato, flessibile, che si rinnova annualmente e può essere modificato tenendo conto dell’evoluzione del processo di inclusione in cui la persona è implicata. É molto gratificante vedere i nostri studenti affrontare con determinazione ed impegno la sfida dello studio universitario (che ad alcuni costa molta fatica), superare con successo gli esami, raggiungere il traguardo della laurea e, infine, affacciarsi sul mondo del lavoro. Ai laureandi e laureati in condizione di disabilità offriamo un servizio di Placement specializzato, che si occupa di orientarli e sostenerli nel delicato percorso di auto-determinazione funzionale all’ingresso nel mondo del lavoro”.

Quanto è difficile per un ragazzo con disabilità frequentare l’università? Le barriere architettoniche sono solo fisiche o anche mentali?
“Oggi, grazie ai servizi offerti agli studenti, c’è una progressiva riduzione delle barriere e degli ostacoli che uno studente in condizione di disabilità potrebbe incontrare, ma ci sono ancora molti limiti. Un limite sono senza dubbio le barriere architettoniche, specie per quanto riguarda gli edifici del centro storico, ma anche le problematiche relative all’accessibilità delle pagine web, dei materiali informativi, dei materiali didattici. Infine esistono barriere culturali, pregiudizi, stereotipi sia da parte dei docenti sia da quella degli studenti. Ogni studente seguito dal Sinapsi fa riferimento ad un ‘case manager’ che rappresenta l’interfaccia con i docenti, i quali vengono sensibilizzati da un Pedagogista che li aiuta ad identificare le strategie didattiche più valide per promuovere l’inclusione degli studenti in condizione di disabilità. In alcuni casi (ad esempio con studenti con un disturbo dello spettro autistico) funziona anche molto bene la presenza di un ‘coach’ specializzato, che con discrezione e un progressivo distanziamento, facilita l’inclusione e la partecipazione dello studente alla attività del gruppo classe o dei gruppi di studio. Ogni studente è unico e per tutti e per ciascuno dobbiamo trovare una soluzione personalizzata.

In questo periodo di pandemia come si è mantenuto il legame con questi studenti? Quali sono stati i progetti avviati?
“Abbiamo mantenuto un legame molto stretto con gli studenti in condizione di disabilità erogando tutti i nostri servizi on line ed articolando la nostra proposta in funzione delle loro esigenze, tutte le sezioni si sono attivate in modo differenziato. La Sezione Disabilità e DSA ha continuato ad offrire on line a ciascuno studente servizi di tutorato ed ai docenti servizi di consulenza pedagogica e didattica.  Le altre sezioni hanno attivato per tutti gli studenti servizi ad hoc. Ad esempio la Sezione per il Successo Formativo ha attivato il servizio ‘Sinapsi ti ascolta da casa’ attraverso il quale ha continuato ad erogare servizi di consultazione psicologica, intercettando molteplici richieste. Anche la Sezione Anti-discriminazione e Cultura delle Differenze ha lavorato intensamente attraverso i propri canali social (Facebook, Instagram e LinkedIn) ma anche attraverso l’utilizzo di strumenti online (Microsoft Teams) ha promosso azioni di sensibilizzazione ed informazione sul tema delle discriminazioni connesse al genere e all’orientamento sessuale”.

Quanto hanno sofferto questi ragazzi il lockdown?
“Alcuni studenti hanno mostrato una sorta di disorientamento e di spaesamento, specialmente quelli per i quali la frequenza delle lezioni e le attività universitarie erano un’occasione importante di inclusione. Gli studenti che avevano difficoltà rispetto all’accessibilità hanno, invece, particolarmente apprezzato la possibilità di continuare a studiare a distanza perché tutti i corsi sono stati erogati on line, attraverso varie modalità e ciò ha rappresentato indubbiamente un valore aggiunto sul quale si deve riflettere”.

Ci sono novità per le future prove di ammissione ai corsi di laurea a numero programmato per gli studenti con dsa?
“Esistono diversi livelli di test di accesso, quelli erogati in ambito locale e gestiti dai singoli Atenei e le prove d’accesso ai corsi a numero programmato nazionale gestite direttamente dal MUR. Per quanto riguarda gli studenti con DSA la CNUDD ha inviato alla CRUI in data 30 aprile 2020 una serie di raccomandazioni e di linee guida da seguire per i test di accesso chiedendo che le prove siano formulate ed erogate con modalità tecniche accessibili (ad esempio evitare forme sintattiche complesse o utilizzare ove possibile, un numero limitato di alternative in relazione alle difficoltà di memoria, d lavoro, di attenzione che gli studenti con DSA sistematicamente incontrano); invita a utilizzare modalità tecniche accessibili e suggerisce di garantire un tempo aggiuntivo fino ad un massimo di 50% di quanto previsto e di garantire la possibilità della presenza di un tutor di supporto in sede  di esame. Naturalmente bisognerà rispettare tutte le norme di sicurezza per contrastare la diffusione del Covid 19, quindi si farà uso di mascherine e disinfettanti”.