Si faceva chiamare il “diavolo”: arrestato presunto capo di una setta satanica

In manette un giovane studente residente a Prato: era già stato perquisito lo scorso febbraio e dovrà rispondere di 13 episodi di violenza sessuale

Una macchina della polizia
Una macchina della polizia

Riduzione o mantenimento in schiavitù, violenza sessuale e pornografia minorile. Sono queste le accuse ipotizzate nei confronti di uno studente di 23 anni, residente in provincia di Prato, sedicente capo di una setta satanica. L’ordinanza è stata emessa dal Gip del Tribunale di Firenze, richiesta dalla Procura della Repubblica del capoluogo toscano.

La vicenda

Come riporta l’agenzia Agi, il giovane si sarebbe qualificato come il “Diavolo” e si sarebbe messo a capo di una setta satanica creata al fine di ottenere da ogni componente del gruppo cieca obbedienza e totale accondiscendenza a qualunque sua richiesta mediante, inganno, violenza e minacce. In questo modo perpetrava abusi, anche sessuali, pure a danni di minorenni. Come riporta il sito lanazione.it, il giovane era già stato perquisito lo scorso febbraio e dovrà rispondere di 13 episodi di violenza sessuale.

Le indagini sulla setta satanica

Il provvedimento, eseguito questa mattina dalla Polizia di Stato, raccoglie l’esito delle articolate indagini, svolte dalla Squadra Mobile di Firenze diretta da Antonino De Santis, unitamente al Servizio Centrale Operativo della Direzione Centrale Anticrimine di Roma, e coordinate dalla Procura della Repubblica di Firenze, che sono iniziate nell’aprile del 2019 a seguito della denuncia fatta dalla mamma di due ragazzi e dell’Osservatorio Nazionale Abusi. Durante l’inchiesta, coordinata dal Sostituto Procuratore Angela Pietroiusti, gli inquirenti hanno assunto importanti informazioni dalle vittime ed eseguito complessi accertamenti tecnici sul traffico telefonico e sui profili social dell’indagato.

Violenze inaudite

Gli investigatori hanno così ricostruito un contesto di soggezione continuata indotto mediante inganno, minacce e violenza, contraddistinto da una visione distorta della realtà nella quale il leader era, come già detto, considerato il “Diavolo”, con capacità e poteri sovrannaturali, e i suoi seguaci entità non umane che, al fine di acquisire più poteri, sarebbero stati costretti a rituali di ogni genere, anche di natura sessuale. A tal proposito il giovane avrebbe fatto credere a tutti gli appartenenti al gruppo che erano persone prescelte, che nelle precedenti vite avevano avuto un’altra identità sovrannaturale (Amon, Atena, Banshee, Aracne, Eva, le Sette Furie, Ares) e che la loro missione era quella di salvare il mondo. L’indagato avrebbe così sottoposto i suoi adepti a una serie di domande su presenze estranee invisibili, quali vampiri e lupi mannari, al fine di convincerli a fare una specifica richiesta al diavolo mediante la stipulazione di un patto in ragione del quale gli dovevano essere fedeli e mantenere il segreto per evitare disgrazie e sofferenze a sé stessi e alle proprie famiglie. In alcune occasioni, inoltre, come riportato da lanazione.it, per convincere i suoi adepti della sua superiorità avrebbe elaborato anche un rituale di risurrezione: aiutato da un complice inscenava uno strangolamento e, dopo, si rialzava fingendo di rimettersi a posto il collo.