Il miracolo del calice di San Donato di Arezzo

San Donato di Arezzo, Vescovo, martire e patrono di Arezzo. Nicomedia (Turchia), 300 ca. – Arezzo, 7/08/362. Si trasferisce a Roma con i genitori. Viene educato dal sacerdote Pimenio.

Avvenimenti

• Durante le persecuzioni contro i cristiani promosse da Giuliano l’Apostata, quando i suoi genitori e Pimenio vengono martirizzati. Donato si rifugia ad Arezzo.

• Ad Arezzo si unisce al monaco Ilariano: insieme operano conversioni e miracoli. Viene ordinato dal vescovo Satiro prima diacono e poi sacerdote.

• Alla morte del vescovo Satiro, primo vescovo di Arezzo, papa Giulio I lo consacra vescovo della città.

Aneddoti

Durante la Messa, nel momento della Comunione irrompono in chiesa alcuni pagani che gettano in terra il calice, frantumandolo. Donato, dopo aver pregato, raccoglie i frammenti del calice e lo ricompone: pur mancando un pezzo del fondo, il vescovo continua a servire il vino consacrato ai fedeli, senza che neppure una goccia cada in terra. Per questo miracolo si convertono settantanove pagani.

Spiritualità

Intraprende con grande impegno apostolico l’evangelizzazione del vasto territorio della sua diocesi.

Morte

Viene martirizzato sotto la persecuzione di Giuliano l’Apostata, che la tradizione afferma essere stato condiscepolo di Donato durante gli studi a Roma. Dopo il miracolo del calice e altri prodigi, soprattutto a causa delle numerose conversioni, il Santo viene arrestato al governatore Quadraziano, che cerca di fargli rinnegare la fede. Al suo netto rifiuto, Quadraziano fa percuotere con delle pietre in viso e, poiché in nessun modo riesce a fargli fare sacrifici agli dèi pagani, alla fine ne decreta la decapitazione, che avviene fuori delle mura ella città, nella località Pionta. Le spoglie mortali di Donato sono conservate in cattedrale, in un’area marmorea con decine di formelle che narrano la sua vita.

Tratto dal libro “I santi del giorno ci insegnano a vivere e a morire” di Luigi Luzi