Argentina a rischio recessione. Il Paese chiede sacrifici

Il presidente Fernández chiede sacrifici al Paese. Il FMI "Debito insostenibile"

La Banca Centrale d'Argentina, a Buenos Aires

L’unica strada per sfuggire alla recessione in Argentina è la ristrutturazione del suo debito che oggi ammonta a 311 miliardi di dollari. Lo ha reso noto il governo, che già lo scorso 4 marzo aveva indicato di aver selezionato le banche d’investimento per farsi assistere in questo momento.

Nessuna scelta

Il debito totale dell’Argentina comprende 121,9 miliardi di dollari (35% del PIL) ai detentori di obbligazioni private e 72,6 miliardi di dollari (21,4% del PIL) alle agenzie multilaterali e bilaterali, compreso il Fondo Monetario Internazionale. È stato proprio il FMI a definire il debito argentino “insostenibile”, invitando i creditori privati a dare “un contributo significativo per ripristinare la sostenibilità”. D’altro canto, il governo di Buenos Aires si prepara all’offerta da presentare ai creditori privati. Chi si oppone a qualsiasi richiesta di taglio del capitale del credito è il cosiddetto Gruppo dei Cinque, un blocco formato dai cinque grandi fondi d’investimento.

Il ministro argentino dell’Economia, Martín Guzmán – Foto © GauchoNews

Paese in crisi

Se un taglio del capitale per alcuni non sarebbe accettabile, il premier argentino, Alberto Fernández, ha fatto sapere che sarà necessaria “una soluzione ordinata […] per rimettere in piedi l’economia dell’Argentina”. Ad aggiungere pepe al tavolo interno del Paese, la stima dell’indice di rischio stilata da JP Morgan, che ha superato i 2.700 punti: il livello più alto degli ultimi 15 anni, che si aggiunge a un’inflazione al 53,8% e ad un aumento della povertà del 40%.