Secret Services, Trump rimuove Alles

Non solo Kirstjen Nielsen. Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, prosegue nell'ennesima opera di rinnovamento dello staff presidenziale e, dopo il ministro della Sicurezza interna (giudicata troppo “soft” nell'affrontare il tema dell'immigrazione), mette sul piatto la possibilità di silurare anche Randolph “Tex” Alles, direttore del Secret Services, l'organizzazione incaricata di proteggere il presidente e le altre alte cariche dello Stato. Una decisione che, dalle parti di Washington, danno già per assodata, tanto che un funzionario del Secret Services ha riferito alla Cnn che “c'è una purga quasi sistematica che si sta verificando nella seconda agenzia per la sicurezza nazionale”. Sembra che, almeno nell'estromissione di Nielsen, un ruolo chiave sia stato giocato dal consigliere Stephen Miller al quale sarebbe stato affidato l'incarico di riorganizzare i vertici del dipartimento in questione.

Altri due funzionari a rischio

Non è chiaro quali motivazioni vi siano dietro l'allontanamento di Alles, avvenuto in un contesto di profondo cambiamento del Department of Homeland Security (Dhs), a sua volta messo in atto dopo che una donna cinese è stata arrestata perché avrebbe violato la sicurezza di Mar-a-Lago, la residenza del presidente Trump a Palm Beach, in Florida. Secondo quanto riferito dalla portavoce della Casa Bianca, Sarah Sanders, il presidente degli Stati Uniti è “grato” ad Alles “per i suoi oltre 40 anni di servizio al Paese”. Il riferimento è, oltre al periodo a guida del Secret Services (alla quale era stato nominato proprio da Trump nel 2017), ai suoi 35 anni trascorsi nei Marines, fino al 2011. A rischiare a loro volta l'allontanamento sono anche altri due funzionari del dipartimento, L. Francis Cissna (capo della Us Citizenship and Immigration services) e John Mitnik, consigliere generale del Dhs.