Pavia, pompiere-piromane appiccava il fuoco per noia: “Cercavo l’adrenalina”

Almeno sette incendi appiccati volontariamente, allo scopo di imitare un noto telefilm e ricercare quell’adrenalina che, evidentemente, non era riuscito finora a provare nel suo lavoro. Questi i dettagli emersi su un vigile del fuoco volontario del pavese che, nel corso di un’indagine svolta sul suo operato, è risultato essere il sospetto responsabile di numerosi roghi dolosi, nonché di truffa aggravata (in relazione ai compensi percepiti per gli interventi), incappando in una denuncia a piede libero alla Procura della Repubblica presso il tribunale di Pavia. Una vicenda che, in buona parte, richiama quanto accaduto nel ragusano, dove alcuni pompieri appiccavano volontariamente il fuoco nelle aree boschive per la percezione di un’indennità oraria.

Gli incendi del pompiere

Il vigile del fuoco in questione, 28enne, si è dimesso dal suo incarico a seguito di quanto emerso dall’indagine. L’inchiesta si è sviluppata sull’analisi di alcune immagini tratte da telecamere di videosorveglianza che, riprendendo alcuni degli incendi in questione, hanno permesso di notare che, in ogni occasione, a intervenire era sempre lo stesso addetto. Inoltre, analizzando i video, si noterebbe l’uomo dar fuoco a un sito di stoccaggio. Una volta avviata la combustione, il pompiere si recava al suo comando per ricevere per primo la chiamata e dare il via all’intervento da parte della propria squadra. Un’operazione che, per gli inquirenti, sarebbe stata ripetuta almeno sette volte.

Roghi per noia

Tra i principali obiettivi del pompiere-piromane, siti di stoccaggio, sterpaglie e depositi di rifiuti, ossia luoghi dove appiccare roghi era più semplice e veloce. Una volta scoperto, l’uomo si è dimesso dal proprio incarico e ha ammesso le proprie responsabilità, attribuendo la sua azione alla noia apportata dal suo lavoro e il desiderio di emulare le gesta dei suoi eroi televisivi. Il tedio del suo incarico, sarebbe dovuto alla scarsa presenza di boschi nella sua zona (Lomellina), circostanza che rendeva estremamente rari gli interventi operativi.