Pasticceria “Virgola”: quando l’inclusione si fa con dolcezza

La storia di Nicola Di Lena, premiato dal presidente Mattarella come "eroe quotidiano" per il suo impegno inclusivo: assume nella sua pasticceria terapeutica Virgola disabili e donne vittime di violenza

Lo staff inclusivo della pasticceria Virgola. Da sinistra: Marica, Francesca, Mimmo, Alessia e Daniele. Al centro lo chef Nicola Di Lena

La Pasticceria Virgola di Nicola Di Lena è un esempio brillante di inclusione sociale e imprenditorialità innovativa. Situata a San Vito dei Normanni, in provincia di Brindisi, la pasticceria si distingue per il suo impegno nel fornire opportunità lavorative e formative alle persone con disabilità e alle donne vittime di violenze.

Nicola Di Lena, 42 anni, dopo una brillante esperienza di chef in un ristorante stellato, ha deciso di rientrare nella sua terra dove ha avviato la pasticceria con l’obiettivo di creare un ambiente inclusivo e accogliente; un luogo senza barriere dove chiunque possa lavorare e sviluppare le proprie capacità. In questo contesto, i dipendenti con disabilità sono pienamente integrati nel processo produttivo e nel servizio clienti, contribuendo al successo e al carattere unico della pasticceria.

Per questa sua opera, il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, gli ha conferito lo scorso 24 febbraio l’onorificenza al Merito della Repubblica Italiana quale “esempio civile” per “aver avviato – si legge nelle motivazioni – un’attività imprenditoriale etica volta ad includere persone con differenti disabilità”. Interris.it lo ha intervistato per farci raccontare la sua storia.

Lo chef Nicola Di Lena

L’intervista a Nicola Di Lena

Virgola: un nome particolare per una pasticceria, qual è il significato?

“Il nome esteso è ‘Virgola, una storia che è continua’. Non è un punto, è una virgola, vale a dire che qualcosa ci sarà anche dopo, ed è un continuo di una storia già esistente. Perché Virgola fa parte di una onlus. Dieci anni fa è stato aperto un ristorante sociale con la stessa tematica. Vito Valente, presidente della cooperativa sociale ‘Includi’ [che si occupa di integrazione lavorativa di persone con disabilità, ndr] saputo del mio rientro in Puglia, mi ha contattato. Mia moglie ed io abbiamo preso a cuore questo progetto e adesso ne sono il responsabile. Un bellissimo progetto che abbiamo deciso di intraprendere insieme, puntando sull’eccellenza dei prodotti e, al contempo, dando la possibilità a persone speciali, come le chiamo io, di potersi integrare nel mondo del lavoro”.

Quante persone lavorano con voi?

“In questo momento abbiamo due persone, una con un leggero ritardo, l’altra con sindrome di down. All’apertura abbiamo avuto altri due ragazzi con autismo che erano affiancati da dei tutor. Torneranno tra qualche mese. Abbiamo anche avuto ragazze vittime di violenza domestica, che hanno poi intrapreso una propria carriera lavorativa. Inoltre, abbiamo personale fisso, oltre a me e mia moglie”.

Com’è lavorare con delle persone speciali?

“E’ arricchente: loro sono fantastici, davvero! La mattina non vedono l’ora di venire qui in laboratorio per essere al mio fianco. Sono sempre entusiasti e volenterosi. A volte non mi danno neanche il tempo di finire quello che stanno facendo, che già vogliono essere assegnati a nuovi compiti”.

Creazioni dello chef Di Lena nella pasticceria Virgola

Qual è l’obiettivo che vi prefiggete nei loro confronti? 

“Cerchiamo di dare loro più sicurezza e, al contempo, di tenerli impegnati. E’ il luogo ideale il nostro: la pasticceria è il luogo dolce per eccellenza. Dove alla fine facendo i dolci uno si addolcisce pure: la dolcezza è terapeutica. C’è molta allegria con i ragazzi. Non le nego che quando non ci sono, perché sono di riposo, si sente la loro mancanza”.

Portano gioia?

“Assolutamente sì: portano grande gioia a tutti!”.

Lei è stato insignito dal presidente Mattarella. Che cosa ha provato?

“Stupore, perché comunque sono cose che non ti aspetti. E tante emozioni. Io vengo da un percorso lavorativo abbastanza importante, dove i riconoscimenti sono di tutt’altro genere, quale ad esempio ‘miglior pasticciere’. Lavorare in posti rinomati è certamente gratificante. Ma poi uno deve decidere cosa fare della propria vita. Quindi io e mia moglie siamo rientrati in Puglia e abbiamo avviato questo progetto che ci dà un altro tipo di soddisfazioni, più umane. E questo ci rende molto orgogliosi per quello che stiamo facendo”.