Omicidio di Vasto, condannato a 30 anni Fabio Di Lello: uccise l’uomo che investì sua moglie

E’ stato condannato a 30 anni di reclusione Fabio Di Lello, il 34enne di Vasto, in provincia di Chieti che, l’1 febbraio scorso, ha ucciso a colpi di pistola Italo D’Elisa, 22 anni, l’uomo al volante dell’auto che aveva investito e ucciso sua moglie Roberta, il primo luglio 2016. Di Lello è stato giudicato con rito abbreviato dalla Corte d’Assise di Lanciano e ritenuto colpevole di omicidio volontario premeditato. Una vendetta, per la quale il pm aveva chiesto l’ergastolo. L’omicidio si è consumato davanti a un bar e in pieno giorno, con l’esplosione di tre proiettili calibro 9 contro il giovane che, in quel momento, stava uscendo dal locale, dopo un breve scambio di parole. Successivamente Di Lello, un ex calciatore di professione fornaio, si era recato sulla tomba della moglie (come faceva ogni giorno dalla sua morte), dove aveva abbandonato la pistola prima di consegnarsi ai carabinieri.

Il processo

Il 22enne D’Elisa, era in attesa di essere processato per omicidio stradale dopo il rinvio a giudizio e, solo qualche giorno dopo la tragedia, sarebbe dovuto comparire davanti al Gup per la prima udienza. In seguito, secondo quanto riportato, Di Lello avrebbe spiegato ai legali come non fosse sua intenzione commettere il delitto ma di aver perso la testa per una presunta provocazione. Durante l’ultima udienza, datata 20 marzo, l’accusa aveva avanzato per lui la richiesta di condanna all’ergastolo, mentre la difesa aveva chiesto il rito abbreviato con annessa perizia psichiatrica sul proprio assistito, presentando anche ulteriori documenti sanitari che ne avrebbero attestato l’instabilità psichica. Nel corso della medesima udienza, Di Lello avrebbe manifestato il suo rimorso, spiegando come fosse “pentito e dispiaciuto per quanto commesso”.

La notizia del delitto aveva sconvolto la cittadina di Vasto così come, l’estate scorsa, la morte di Roberta Smargiassi, moglie di Di Lello, per la quale erano stati organizzati cortei e manifestazioni per ottenere giustizia. In particolare sui social network, l’opinione pubblica si era divisa, fra chi appoggiava la vendetta del 34enne e chi invocava la cessazione di “quell’ondata d’odio”, come era stata definita dal parroco di Vasto durante i funerali di D’Elisa. Assieme alla condanna, la Corte d’Assise ha anche stabilito un provvisionale di 40 mila euro per la famiglia della vittima, mentre i legali del 34enne hanno già fatto sapere che presenteranno ricorso in Appello.