Rapporto Natalità Istat: “Nascite ancora in calo, 14mila in un anno”

Nel 2023, l'Italia ha visto un ulteriore calo delle nascite, con un tasso di natalità sceso al 6,4 per mille. La popolazione residente è leggermente diminuita, a 58.990.000 abitanti, confermando il trend di rallentamento del declino demografico

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Quattordicimila nati in meno in un anno. E’ quanto emerge dagli indicatori demografici – anno 2023 – pubblicati da Istat che evidenziano un ulteriore calo demografico del 3,6% rispetto al 2022. Oltre il 30% in meno rispetto al 2008, ultimo anno in cui si è assistito in Italia a un aumento delle nascite. 

In lieve diminuzione anche la popolazione: i residenti sono 58 milioni 990mila unità, 7mila persone in meno rispetto all’anno precedente. Le migrazioni con l’estero giocano un ruolo importante nel contesto demografico del Paese: nel 2023 il saldo migratorio pari a +274mila unità.

Istat: “Calano ancora i nati nel 2023 in Italia”

Prosegue il calo delle nascite nel 2023 in Italia. E’ quanto emerge dagli indicatori demografici – anno 2023 pubblicati oggi dall’Istat. Secondo i dati provvisori, i nati residenti in Italia sono 379mila, con un tasso di natalità pari al 6,4 pedemografia

r mille (era 6,7 per mille nel 2022). La diminuzione delle nascite rispetto al 2022 è di 14mila unità (-3,6%). Dal 2008, ultimo anno in cui si è assistito in Italia a un aumento delle nascite, il calo è di 197mila unità (-34,2%). Il numero medio di figli per donna scende così da 1,24 nel 2022 a 1,20 nel 2023, avvicinandosi di molto al minimo storico di 1,19 figli registrato nel lontano 1995.

In Italia 58,9 milioni di residenti, in lieve calo

In Italia la popolazione residente è in lieve diminuzione. Al 1° gennaio 2024 è pari a 58 milioni 990mila unità (dati provvisori), in calo di 7mila unità rispetto alla stessa data dell’anno precedente (-0,1 per mille abitanti). Confermando quanto già emerso nel 2022 (-33mila unità) prosegue il rallentamento del calo di popolazione che, dal 2014 al 2021 (-2,8 per mille in media annua), ha contraddistinto il Paese nel suo insieme. E’ quanto emerge dal report sugli indicatori demografici dell’ anno 2023 dell’Istat. La variazione della popolazione rivela un quadro eterogeneo. Nel Mezzogiorno la variazione è negativa (-4,1 per mille). Al Nord, invece, aumenta del 2,7 per mille. Stabile quella del Centro (+0,1 per mille).

Migranti contrastano calo popolazione

Le migrazioni con l’estero giocano un ruolo importante nel contesto demografico del Paese. Nel 2023, oltre a contrastare il calo della popolazione con un saldo migratorio che compensa, quasi del tutto, il saldo naturale negativo, esse contribuiscono a rallentare il processo di invecchiamento. E’ quanto rileva l’Istat nel report report indicatori demografici anno 2023. Nel 2023 il saldo migratorio con l’estero complessivo è pari a +274mila unità, un guadagno di popolazione ottenuto come effetto di due dinamiche opposte. Da un lato, l’immigrazione straniera, ampiamente positiva (360mila), controbilanciata da un numero di partenze esiguo (34mila), dall’altro, il flusso con l’estero dei cittadini italiani caratterizzato da un numero di espatri (108mila) che non viene rimpiazzato da altrettanti rimpatri (55mila). Il risultato è un guadagno di popolazione di cittadinanza straniera (+326mila) e una perdita di cittadini italiani (-53mila).

Età media di 46,6 anni, record di ultracentenari

Al 1° gennaio 2024 la popolazione residente presenta un’età media di 46,6 anni, in crescita di due punti decimali (circa tre mesi) rispetto al 1° gennaio 2023. E’ quanto emerge dal report indicatori demografici anno 2023 dell’Istat. La popolazione ultrasessantacinquenne, che nel suo insieme a inizio 2024 conta 14 milioni 358mila individui, costituisce il 24,3% della popolazione totale, contro il 24% dell’anno precedente. Aumenta il numero di ultraottantenni, i cosiddetti grandi anziani: con 4 milioni 554mila individui, quasi 50mila in più rispetto a 12 mesi prima, questo contingente ha superato quello dei bambini sotto i 10 anni di età (4 milioni 441mila individui). La Liguria è la regione più anziana, con una quota di over 65enni pari al 29% e una di ultraottantenni del 10,3%. Il numero stimato di ultracentenari raggiunge a inizio 2024 il suo più alto livello storico, superando le 22mila e 500 unità, oltre 2mila in più rispetto all’anno precedente.

Decessi in calo e circa 6 mesi speranza di vita in più

Calano i decessi in Italia. Nel 2023 sono 661mila, l’8% in meno sul 2022. E’ quanto emerge dagli indicatori demografici per l’anno 2023 dell’Istat. I decessi registrano una diminuzione di 54mila unità sull’anno precedente. Il calo del numero totale coinvolge soprattutto la popolazione anziana. Il 75% della diminuzione rilevata interessa, in particolare, gli over 80. Il calo della mortalità si traduce in un cospicuo balzo in avanti della speranza di vita alla nascita che si porta a 83,1 anni nel 2023, guadagnando sei mesi sul 2022. Tra gli uomini la speranza di vita alla nascita raggiunge gli 81,1 anni (+6 mesi sul 2022) mentre tra le donne si riscontra un dato di 85,2 anni e un guadagno sul 2022 leggermente inferiore a quello maschile (+5 mesi).

Calo demografico più sensibile in Aree interne al Sud

Al 1° gennaio 2024 la popolazione delle Aree interne, che presenta un’età media pari a 47,1 anni, è più anziana di sette mesi rispetto a quella dei Centri. Alla stessa data, la quota di popolazione giovanile (0-14 anni) nelle Aree Interne è uguale all’11,8%, inferiore di 0,5 punti percentuali. E’ quanto emerge dal report sugli indicatori demografici anno 2023 dell’Istat. Nelle Aree Interne si osserva anche un calo demografico maggiore rispetto ai Centri. Nel corso del 2023 la popolazione delle Aree interne è diminuita complessivamente di 32mila unità (-2,4 per mille) rispetto al 2022, con marcate differenze da Nord a Sud del Paese. Complessivamente, il calo della popolazione nelle Aree interne del Mezzogiorno ha interessato quattro Comuni su cinque.

Fonte: Ansa