I regali etici per un Natale solidale

L’intervista di Interris.it sulla campagna di solidarietà del Centro di cultura e di animazione missionaria Pime di Milano

Il Natale è il tempo della generosità e del dono, che acquistano ancora più valore se sono rivolti a chi vive una situazione di difficoltà, a chi è fragile, a chi è solo, a chi è lasciato ai margini. La solidarietà dà calore e forza a quella cultura della cura che ci invita a farci prossimi dell’altro e ci permette di fare quelle scelte che in un altro momento non ci aspetteremmo di fare. Annulliamo la distanza che ci separa dall’altro capo del mondo per regalare qualcosa anche a chi ci è sconosciuto a chilometri e chilometri di distanza. Tra la fila per le compere nei negozi e gli acquisti online, ci possiamo infatti imbattere nella campagna dei dieci regali solidali del Centro di cultura e di animazione missione del Pontificio Istituto per le Missioni estere (Pime). Doni che ci consentono di regalare al prossimo un sostegno, l’istruzione, dei prodotti etici del circuito dell’economia circolare, la certezza di un pasto nutriente, come anche consumi culturali quali la visita a un museo, l’ingresso a teatro o dei libri. Per conoscere meglio questa iniziativa, Interris.it ha contattato il Centro missionario Pime a Milano per farsi raccontare i “regali solidali”.

Il centro

La sede del Centro è nella location, ristrutturata tre anni fa, che ospitava l’istituto missionario realizzato nel 1850 da monsignor Angelo Ramazzotti. Fondato nel 1961, il centro è stato ristrutturato nel 2019, diventando centro culturale e di animazione missionaria, con l’apertura del Museo Popoli e Culture, dov’è custodita una collezione di beni di cultura extraeuropee portati dai missionari che hanno viaggiato in Africa, Asia, America Latina e Oceania, un teatro per le attività artistiche, un giardino, delle sale polifunzionali, una caffetteria dove possono ritrovarsi a studiare gli studenti della vicina università Cattolica, un polo culturale per corsi e attività rivolti a persone di tutte le età, il negozio che da piccola di bottega di libri e oggettistica religiosa è diventato un multistore e ospita le presentazione e gli eventi dell’iniziativa per la promozione della cultura e della lettura BookCity.

Etica ed economia circolare

Uno dei dieci regali nella lista è, ovviamente, il panettone solidale. “Vendiamo prodotti provenienti da tutto il mondo che abbiano un’etica e nascano all’interno di un processo di economia circolare”, spiega a Interris.it la responsabile del negozio del Centro Anna Asteriti. Se all’inizio si vendevano principalmente prodotti del mercato equo e solidale, nel cercare una propria strada il multistore ha ampliato e tessuto la sua rete di fornitori tramite un’attenta selezione e cercando di non rivolgersi sempre alle stesse realtà. “Ci rivolgiamo a chi fornisce opportunità lavorative” – continua – “come il laboratorio di produzione dolciaria ed economia carceraria dell’istituto penitenziario di Verbania Banda Biscotti, a chi utilizza materiali di recupero come la Sartoria sociale di Palermo, che ha realizzato le confezioni dei nostri panettoni con tessuti ottenuti da sari indiani riciclati, a chi utilizza materie prime naturali, a chilometro zero, con metodi di produzione biologici come la Comunità monastica benedettina La Cascinazza, alle porte di Milano”.

Sostegno scolastico

Non solo la bontà, nell’elenco del regali per un Natale solidale c’è spazio anche l’istruzione, con il sostegno al progetto Time Out, definito uno “spazio studio extra ordinario”. Si tratta di un’iniziativa che cerca di dare una risposta educativa agli adolescenti in condizione di fragilità in un contesto che punta a includere la diversità. Nato un quarto di secolo fa, oggi Time Out fornisce sostegno scolastico, accompagnamento allo studio e percorsi educativi personalizzati pensati su obiettivi di crescita individuali, a 80 ragazzi che si ritrovano negli spazi del Centro quattro pomeriggi alla settimana. Oltre alle nozioni, “i ragazzi sono educati alla stima di sé e del prossimo, alla reciprocità”, spiega a Interris.it la docente Elisabetta Nova, “l’intento è quello di trasmettere ai ragazzi la concezione di un umanesimo che mette al centro la relazione e le differenze”, nello spirito dell’esperienza missionaria, che è spirituale, umana e culturale insieme.

 Sicurezza alimentare e agricoltura sostenibile

La piaga della malnutrizione e dell’insicurezza alimentare in tanti Paesi africani sono realtà che purtroppo i missionari che operano lì hanno quotidianamente sotto i loro occhi da decenni. Per questo, un altro dei “regali solidali” è il sostegno alla campagna annuale “Non di solo pane. Nutrirsi in Camerun, Ciad e Costa d’Avorio”. “Con la raccolta fondi vogliamo rispondere al problema dell’insicurezza alimentare, fornendo pacchetti nutrizionali per i bambini e i neonati che soffrono di scarsa nutrizione, e sensibilizzare sulle diverse etnie, culture e tradizioni del continente africano”, dichiara Francesca Bertinotti dell’ufficio progetti del  Centro Pime. “In parallelo”, continua, “puntiamo a sostenere le nuove forme di coltivazione di colture autoctone, come la moringa oleifera, e a formarle sull’agricoltura e sulle attività correlate, come la perforazione di pozzi per far sì che le famiglie abbiano a disposizione acqua pulita e potabile. Tutto in un’ottica di sostenibilità”.

Sostegno a distanza

C’è anche il presente e il futuro dei bambini, tra i regali solidali dei missionari del Pime. Il sostegno a distanza, spiega Monica Guglielmi, “è uno strumento di intervento efficace, concreto, e che dà sviluppo”. I bambini vengono segnalati dai missionari, continua, e il sostegno, della durata di almeno un triennio, garantisce loro innanzitutto la possibilità di andare a scuola, ma anche quella di essere registrati all’anagrafe e di ricevere le cure mediche e l’assistenza sanitaria.  “Con questo servizio, ai donatori sono garantite due comunicazioni all’anno con i bambini e un contatto con la missione, oltre alla scheda anagrafica e alle fotografie”, illustra Guglielmi, “ma non ci sono contatti diretti coi bambini, per evitare personalismi e per rispettare gli equilibri all’interno della comunità”. Sono quasi 11mila i sostegni in corso, 11mila possibilità di una vita diversa per questi bambini. “I cambiamenti partono sempre dal basso e permettere ai bambini di andare a  scuola gli permette di esistere. Il mondo cambia con le piccole cose”, conclude.