Londra, attentato contro la comunità musulmana, May: “Disgustoso”

Londra ripiomba nel terrore a poco più di due settimane dall’attacco sul London’s Bridge. Stavolta a essere presi di mira, poco dopo la mezzanotte, sono stati  i fedeli musulmani della moschea di Finnsbury Park investiti da un furgone bianco subito dopo la preghiera serale del sacro mese di Ramadan.

L’attacco

Al momento si contano un morto accertato e almeno 8 feriti ricoverati in ospedale, tre gravi, mentre l’uomo alla guida è stato arrestato dalla polizia dopo esser stato tirato fuori dal veicolo da alcune delle persone scampate all’investimento e bloccato in quella che testimoni hanno definito una violenta colluttazione. La polizia indaga sull’accaduto come “un potenziale attacco terroristico“, ha dichiarato verso l’alba la premier Theresa May dopo le cautele ufficiali iniziali, annunciando per la mattinata la riunione d’un comitato di emergenza da lei stessa presieduta.

L’accusa

Per il Muslim Council of Britain, punto di riferimento istituzionale della numerosa comunità islamica del Regno Unito, non ci sono del resto mai stati dubbi: quelle persone sono state colpite “deliberatamente“, aveva denunciato l’organizzazione quasi subito in una nota, per poi rincarare la dose ed evocare “una violenta manifestazione d’islamofobia“, con la richiesta alle autorità di garantire maggiore “protezione alle moschee“.

Ritorsione?

Le testimonianze confermano la stessa impressione. Tutti i presenti hanno raccontato di quel van piombato sulla gente ad alta velocità e di persone, giovani e anziani, colte di sorpresa e sbalzate sull’asfalto. Quando il mezzo si è fermato, l’uomo alla guida – descritto come “bianco e senza barba” e successivamente identificato da Scotland Yard come un 48enne – è stato affrontato dalla folla inferocita.

La cattura

Uno di coloro che affermano di essere intervenuti, Abdikadar Warfa, ha detto ai media di aver tentato di “bloccare” con altri l’investitore per consegnarlo alla polizia. L’uomo pare abbia reagito violentemente (secondo l’Evening Standard avrebbe anche accoltellato una persona, ma Scotland Yard al momento nega), venendo a suo volta colpito da pugni e calci. Fino a quando gli agenti non sono arrivati, prendendolo in consegna. Voci incontrollate hanno continuato a ipotizzare anche la presenza di altre due persone sul van, datesi poi alla fuga, ma nemmeno questo trova per ora conferma.

Il rischio di un doppio standard di giudizio

La polizia intanto presidia la zona in forze e blocca l’accesso a Seven Sisters road, teatro dell’episodio. Mentre, in attesa di accreditare formalmente la pista dell’attacco, funzionari dell’antiterrorismo britannica risultano già sul posto attorno alla moschea, in ogni caso, l’atmosfera è d’angoscia, con segnali crescenti di collera. Aleggia l’ombra di un possibile doppio standard di giudizio. “E’ terrorismo sia se le vittime sono cristiane, sia se sono musulmane”, ha detto un giovane con voce accorata. Mentre anche l’imam di Finnsbury, Mohammed Kozbar, ha parlato apertamente di “atto terroristico, come a Manchester, a Westminster o a London Bridge”. “La gente cerca risposte”, ha detto alla Bbc Mohamed Shafiq, della Ramadan Foundation, accreditando anche lui lo scenario dell’attacco deliberato “contro fedeli musulmani innocenti“, ma facendo appello allo stesso tempo alla calma e a non cedere a chi vuole “dividere la comunità” islamica dal resto del Paese. Shafiq si dichiara “scioccato”.

“Attacco disgustoso”

Per scongiurare il rischio di pericoloso “noi contro di loro”, Theresa May, intervenendo poche ore dopo l’attentato, si è affidata agli stessi toni usati dopo i fatti di Manchester e del London’s Bridge. “E’ un attacco disgustoso contro la libertà di culto e i nostri valori” ha detto la premier britannica. “E’ un atto ripugnante esattamente come gli altri”. May ha poi assicurato: “Non ci fermeremo davanti a nulla contro l’estremismo. In questi anni in Gran Bretagna c’è stata troppa tolleranza nei confronti dell’estremismo, in diverse forme, anche l’islamofobia. Per questo il mio governo agirà per isolare le ideologie dell’odio, anche su Internet”.